SaggezzaMitologia

Anahata, quarto chakra

di Gianni Da Re Lombardi

Illustrazione di Adriana Farina

 

AnahataAnahata significa “suono incausato”, suono generato senza l’urto di due oggetti fra loro. È evidente che si allude anche al battito cardiaco, nella cui area si trova questo chakra. Si può alludere però anche a tutti i suoni interni del corpo, quei suoni che possono essere scoperti spontaneamente (talvolta con fastidio e paura) nel silenzio del cuore della notte. Oppure possono essere esplorati con attenzione, stupore e pazienza, nel silenzio della meditazione. Gli illuminati, invece dei suoni interni, possono sentire il suono dell’Universo concentrandosi su questo chakra.

 

Dodici petali

 

Per la sua posizione, Anahata è il chakra del cuore. È rappresentato da un loto di dodici petali di colore vermiglio, violaceo oppure verde a seconda della tradizione. In ogni petalo sono scritte le lettere KA, KHA, GA, GHA, NA, CA, CHA, JA, JHA, ÑA, TA e infine THA (in molte rappresentazioni, per semplicità, le lettere sanscrite vengono omesse). Come nel caso dei mantra, dei bija mantra e degli altri termini in sanscrito, se si vuole imparare a pronunciare correttamente queste lettere occorre rivolgersi a un insegnante esperto in sanscrito. La presenza simbolica delle lettere nei chakra indica anche l’importanza della scrittura per la conoscenza e la trasmissione del sapere. Ognuno dei 12 petali di Anahata rappresenta altrettanti turbamenti mentali che devono essere superati meditando su questo chakra: lussuria, inganno, indecisione, rimorso, speranza, ansia, desiderio, imparzialità, arroganza, incompetenza, pregiudizio, disobbedienza. Si tratta di alcune delle vrtti cui allude Patanjali nel famoso sutra I.2 “yogaš citta-vrtti-nirodhah”, lo yoga è la cessazione dei turbamenti mentali.

 

Il respiro e la parola

 

All’interno del chakra sono inscritti 2 triangoli equilateri sovrapposti, uno con il vertice verso l’altro, l’altro con il vertice verso il basso. Il triangolo con il vertice verso l’alto rappresenta il principio maschile, mentre quello con il vertice verso il basso rappresenta quello femminile. Sono sovrapposti per rappresentare l’unione fra uomo e donna, che avviene a livello del cuore. Rappresenta anche l’unione fra maschile e femminile che ha luogo nelle personalità equilibrate che, pur essendo maschio o femmina, non sono totalmente maschili o totalmente femminili. Analoga simbologia viene rappresentata dall’oca selvatica Hamsa, l’animale che rappresenta lo spirito e quindi l’anima immortale, in cui Ham è la componente maschile, mentre Sa è la parte femminile. Ham-Sa è anche il mantra recitato automaticamente a ogni respirazione da ogni essere vivente dotato di polmoni: Ham inspirando, Sa espirando, ma anche enigmaticamente, al contrario, HAM espirando, SA inspirando. La respirazione è strettamente collegata agli stati emotivi del cuore, alla parola, ma anche al pensiero, che è parola pensata, ma anche parola detta ed espressa attraverso il respiro con la modulazione del fiato. Chi medita su questo chakra diventa dominatore della parola, con grande capacità di persuasione. Diventa inoltre capace di creare e distruggere interi mondi, cosa che in senso metaforico è certamente vera per chi sa usare le parole per rappresentare idee e per raccontare. Secondo la “Shiva Samhita” lo yogi che medita su Anahata viene desiderato da donne divine, il che è certamente lusinghiero per ogni uomo che pratichi yoga. Uomini e donne che meditano su Anahata conseguono inoltre la capacità di muoversi a piacimento nell’aria e la conoscenza del passato e del futuro. Metaforicamente, la capacità di conoscere il passato e il futuro può rappresentare un’acuta sensibilità nel comprendere desideri e pensieri delle altre persone, tipica di chi ha grande intelligenza intuitiva delle emozioni e dei sentimenti propri e altrui.

 

Anahata

 

  • Significato: suono incausato, suono originato senza causa materiale
  • Colore: verde (ma anche rosso vermiglio, rosa o bianco in alcune tradizioni)
  • Localizzazione: nell’area del cuore, sopra il diaframma
  • Temi emotivi: amore, relazioni personali, passioni, attaccamento e paura del rifiuto
  • Simbolo: loto con dodici petali, in cui sono inscritti due triangoli equilateri sovrapposti che rappresentano il maschile e il femminile
  • Bija-Mantra: Yam
  • Animale: antilope nera, veicolo di Vayu, il vento
  • Divinità: Isvara, Kakini Shakti
  • Sistemi corporei: cuore, sistema circolatorio, sistema polmonare
  • Organo di senso: epidermide.

 

Le tensioni del cuore

 

Nell’area di Anahata troviamo due muscoli fondamentali: il diaframma e il cuore. Inoltre passa proprio da queste parti l’esofago, il tubo che porta il cibo dalla bocca allo stomaco. Questa è un’area dove possono concentrarsi molte tensioni. Quando il sistema nervoso è teso, per paura, ansia, o preoccupazioni reali e inventate, questa tensione viene trasmessa al diaframma. La respirazione diventa tesa, come se dovessimo metterci a correre per scappare, oppure lottare per difendere la vita. La tensione dal respiro viene comunicata al cuore, che lavora di più per pompare più sangue, sempre in previsione di una fuga o di una lotta che spesso non arriva mai in modo fisico. Questo stato d’animo viene comunicato anche allo stomaco, che si contrae per rifiutare nuovo cibo, magari predisponendosi al vomito: lottare per la vita non è il momento ideale per una buona digestione. Poi, quando l’ansia acuta passa, magari si mangia troppo per placare l’ansia cronica.

 

Pranayama per Anahata

 

Per calmare le tensioni eccessive, un metodo alla portata di tutti è lavorare sul respiro. Molti medici sanno che questo tipo di respirazione calma il sistema nervoso: la respirazione 1:2. La formula numerica indica che l’espirazione è lunga circa il doppio dell’ispirazione. In termini yogici, praticare un po’ di Pranayama ogni giorno può calmare il sistema nervoso e prevenire problemi cardiaci. Esercizio semplicissimo e alla portata di tutti: conto lentamente “1,2,3” inspirando, poi conto lentamente “1,2,3,4,5,6” espirando, sempre con il naso (se non riesco ad arrivare a 6, mi fermo a 5 o 4). Uso il diaframma e non gonfio il torace: tenendo le mani intorno all’ombelico sento muoversi solo l’addome. Cerco con calma il ritmo giusto (se manca il fiato sto contando troppo lentamente: faccio alcune respirazioni spontanee e ricomincio, magari contando solo “1,2”) e dopo un mese di esercizio vedo se posso aumentare il conteggio di un’unità. In caso di dubbi, conviene consultare un insegnante di yoga o un medico.

 

Asana per Anahata

 

Questi asana sono specifici per il quarto chakra. Vanno praticati concentrandosi sull’area del cuore, visualizzando lo yantra di Anahata.

 

Pramanasana (Posizione del Saluto)

 

Anahata_1

La posizione in piedi con le mani nel gesto della preghiera viene chiamata anche “namaste”. Il gesto delle mani giunte “Anjali Mudra” rappresenta l’incontro fra diversi, la sintesi degli opposti, la volontà e il desiderio di pace e amicizia. È lo stesso gesto che in India, associato a un lieve inchino della testa, è anche il saluto quando ci si incontra. Nella tradizione Iyengar e in altre tradizioni la posizione in piedi si chiama Tadasana (Posizione della Montagna). Le braccia possono essere tenute in varie posizioni: lungo i fianchi, sollevate, in Anjali Mudra davanti al petto o dietro la schiena. Le mani giunte possono essere associate a molti altri asana. Le mani giunte si tengono davanti al cuore, ma non a contatto, a circa 1-2 cm. Le mani si possono tenere in due modi: con palmi e dita perfettamente aderenti fra loro (esattamente come nella preghiera classica); con palmi e dita a conchiglia e i due pollici paralleli.

 

 

Vrksasana con Anjali Mudra (Posizione dell’Albero)

 

Solleva un piede e appoggialo sull’altra gamba all’altezza più congeniale: alla caviglia, oppure al polpaccio, o appena sotto/sopra il ginocchio, con il tallone nell’inguine o nel mezzo loto. Il ginocchio piegato dovrebbe stare in linea con il ginocchio diritto, quindi più indietro possibile. Se l’anca non è abbastanza flessibile per consentirlo, meglio tenere il piede più in basso. Le mani si tengono davanti al cuore, in Anjali Mudra o con le braccia sopra la testa.

 

 

Gupta Padmasana (Posizione del Loto Nascosto)

 

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Si esegue Padmasana, si appoggiano le mani a terra, poi appoggiandosi e ruotando sulle ginocchia, ci si sdraia sul ventre. Il mento appoggia a terra e le mani si tengono in Anjali Mudra dietro la schiena. Se la posizione induce dolore a collo, ginocchia, coccige o vertebre lombari, è opportuno praticare posizioni preparatorie. Quando diventa confortevole, può essere praticata anche come asana di rilassamento. In questo caso le braccia possono stare distese a terra, con i palmi verso l’alto. Da evitare in caso di problemi alle ginocchia.

 

 

Dhanurasana (Posizione dell’Arco)

 

Poiché il peso del corpo grava sul ventre, deve essere praticata a stomaco vuoto. Sdraiati sul ventre, affera il collo del piede con la mano corrispondente e, tenendo gli alluci a contatto mentre le ginocchia sono allargate e divergenti, spingi entrambe i piedi verso l’alto. Il beneficio principale della posizione è il massaggio agli organi addominali e, secondariamente, alla colonna vertebrale. Il massaggio addominale può essere accentuato dondolando avanti e indietro. La posizione va evitata in caso di gravidanza, di ernia iatale, ref lusso gastrico e in tutti i casi in cui praticarla sia sgradevole.

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