
Ashwagandha: un aiuto dalla natura
di Vaidya Maestro Swami Joythimayananda
La Withania somnifera è un arbusto di circa un metro di altezza, ornato da piccoli fiori gialli e frutti rossi delle dimensioni di una ciliegia selvatica. Meglio nota come Ashwagandha, che in sanscrito significa letteralmente “che ha l’odore del cavallo” (probabilmente per il forte odore emanato dalla sua radice), in lingua Tamil viene chiamata “Amukra”, che vuol dire “potenziata”, mentre in Occidente è conosciuta come “ginseng indiano” (da non confondere con il Panax ginseng, che appartiene botanicamente a una famiglia differente). Tutti nomi che fanno riferimento al suo effetto tonico e a dattogeno: l’assunzione di questa pianta aiuta infatti ad affrontare condizioni di forte stress e ansie. Il beneficio è dovuto principalmente ai principi attivi detti withanolidi, come si evince dal nome del suo genere. Originaria dell’India, dove la sua coltivazione è attualmente ancora molto diffusa, l’Ashwagandha viene utilizzata come alimento ricostituente, che migliora la memoria e contribuisce a curare l’impotenza. Anche la medicina occidentale si sta occupando con interesse crescente della Withania somnifera: recenti studi clinici dimostrano come assumendo 2 grammi al giorno di radice di Ashwagandha per 60 giorni sia possibile ottenere un aumento del peso, dell’emoglobina e della forza corporea. Le sue qualità rendono l’Ashwagandha particolarmente indicata anche per gli sportivi, in quanto ha l’effetto di potenziare le prestazioni e la resistenza alle fatiche e di migliorare il tempo di reazione agli stimoli esterni. Il nome della sua specie (somnifera) ci indica invece l’altra peculiarità dell’Ashwagandha: la capacità di favorire un buon sonno. I principi attivi quali alcaloidi (come somniferina), colina, acidi grassi e zuccheri agiscono infatti sul sistema nervoso, endocrino e immunitario, rendendola anche utile come sedativo contro il dolore. Oltre a essere efficace contro l’insonnia, quest’erba ha un’azione rilassante e antispasmodica sui muscoli intestinali e uterini che può limitare i dolori mestruali. Assunta regolarmente, contribuisce a stabilizzare lo zucchero nel sangue, abbassare il colesterolo e la pressione sanguigna e ridurre la degenerazione delle cellule cerebrali. La ricchezza dei suoi principi attivi rende dunque l’Ashwagandha un rimedio particolarmente versatile, e la annovera nella tradizione ayurvedica fra le piante più nobili, considerate divine.
Dosaggio e somministrazione
Si raccomanda di non superare la dose di 6 grammi di polvere due volte al giorno, sciolta in una tazza di latte caldo. Per ottimizzarne l’effetto: bere il composto al mattino a stomaco vuoto prima di colazione e alla sera prima di andare a dormire. In ogni caso, per valutare una somministrazione adeguata si consiglia di rivolgersi a un medico ayurvedico.
Effetti collaterali
Non assumere Ashwagandha durante la gravidanza. Non assumere insieme ad altri sedativi o ansiolitici, come psicofarmaci (barbiturici in particolare).
Le piante nell’Ayurveda
Secondo la medicina ayurvedica, nella creazione dell’Universo le piante vengono al primo posto, possono quindi essere considerate come i nostri antenati, la nostra origine. L’energia nell’essere umano ha funzione creativa, mentre l’energia della pianta rimane a livello potenziale. Lo scopo dell’erboristeria ayurvedica è estrapolare questa energia potenziale per renderla attiva nell’essere umano. Seguendo questo principio, l’Ayurveda sostiene che qualsiasi pianta può essere utilizzata a scopo terapeutico.