Meditazione

Cos’è il Sangha: il significato profondo della comunità nel Buddhismo

Esplora il Sangha nel Buddhismo, il suo valore nella pratica e nella condivisione spirituale, e cosa rappresenta per i praticanti.

di Elisa Chiodarelli


Nel cammino buddhista, la comunità dei praticanti — il Sangha — rappresenta uno dei Tre Gioielli fondamentali, insieme al Buddha e al Dharma. Rifugiarsi nel Sangha significa riconoscere l’importanza del sostegno reciproco nella pratica spirituale.

Quando uno inciampa, l’altro resta in piedi. Il Sangha non è solo un gruppo: è uno specchio compassionevole.”

Thich Nhat Hanh

Cosa significa ?

Il termine Sangha deriva dal sanscrito e dal pāli e si traduce come “assemblea” o “comunità”. Nella tradizione buddhista, il Sangha può riferirsi a:

  • Sangha monastico: la comunità di monaci (bhikkhu) e monache (bhikkhunī) ordinati.
  • Sangha laico: i praticanti laici che seguono gli insegnamenti del Buddha

I Tre Gioielli del Buddhismo

Nel Buddhismo, i Tre Gioielli — Buddha, Dharma e Sangha — rappresentano i pilastri fondamentali della pratica. Prendere rifugio nel Sangha implica affidarsi alla comunità dei praticanti per ricevere guida, ispirazione e supporto nel percorso verso l’illuminazione.

Il termine Buddha significa “colui che si è risvegliato”. Non è un nome proprio, ma un titolo che indica un essere umano che ha visto la realtà così com’è, senza distorsioni, e si è liberato dalla sofferenza, dall’attaccamento e dall’ignoranza. Il Buddha storico, Siddhartha Gautama, visse nel VI secolo a.C. in India e, dopo anni di ricerca spirituale, comprese la verità dell’esistenza sotto l’albero della Bodhi.

Seguire il Buddha non significa adorarlo, ma ispirarsi alla sua esperienza per risvegliarsi a nostra volta. Come spesso ripetuto nella tradizione Zen:

“Se incontri il Buddha, uccidilo” – ossia: non attaccarti all’immagine, ma vivi lo spirito del risveglio.

Il Dharma è l’insegnamento del Buddha, la via della verità e della liberazione.
Non si tratta solo di una dottrina o di un insieme di precetti, ma di un invito a osservare la realtà così com’è, senza illusioni. Il Dharma mostra il cammino per superare la sofferenza attraverso la consapevolezza, l’etica e la meditazione.Per approfondimenti leggi qui

Nel contesto del Sangha, il Dharma è ciò che unisce i praticanti: è il riferimento comune, la bussola condivisa. Camminare nel Sangha significa sostenersi a vicenda nella comprensione del Dharma, mettendolo in pratica ogni giorno, non come dogma, ma come esperienza viva.

“Il Dharma è simile a una zattera: serve per attraversare, non per essere portata sulle spalle.”

Parabola del Buddha

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Nella tradizione Theravāda

Nella tradizione Theravāda, il Sangha monastico ha il compito di preservare e trasmettere gli insegnamenti del Buddha, contenuti nel Canone Pāli. I monaci seguono un codice di disciplina che regola la vita monastica (Vinaya), includendo precetti come la castità, la mendicità e la meditazione quotidiana.

Nella tradizione Zen

Nel Buddhismo Zen, il Sangha è visto come un “campo di pratica” dove ogni azione quotidiana diventa un’opportunità per la consapevolezza. La comunità pratica insieme la meditazione (zazen), il lavoro consapevole e la condivisione del Dharma, creando un ambiente che favorisce il risveglio collettivo.

“Meditazione Vipassana e il Cammino Interiore: la Saggezza di Corrado Pensa” per approfondire la pratica meditativa

Nella vita spirituale

Il Sangha offre un contesto in cui i praticanti possono:

  • Sostenersi reciprocamente: condividendo esperienze e incoraggiandosi nel cammino spirituale.
  • Coltivare la compassione: imparando a relazionarsi con gli altri in modo empatico e non giudicante.
  • Approfondire la pratica: partecipando a ritiri, incontri e studi collettivi del Dharma.

Stephen Batchelor, figura centrale del buddhismo secolare contemporaneo, rileva che questa idea di Sangha non richiede un’istituzione religiosa formale. Al contrario, può emergere ovunque due o più persone si riuniscano per sostenersi nella pratica del Dharma.

“L’amicizia spirituale è ciò che tiene in vita il Dharma. Senza Sangha, la pratica si scollega dalla vita reale e diventa sterile.”

Stephen Batchelor

In questa visione, il Sangha diventa un “ambiente relazionale” in cui le qualità del risveglio possono fiorire nella quotidianità — nella cucina condivisa, in una camminata silenziosa, in una conversazione onesta

Celebrazioni e momenti di Sangha

Le comunità buddhiste organizzano periodicamente eventi e celebrazioni che rafforzano il senso di appartenenza al Sangha, come:

  • Ritiri di meditazione: periodi di pratica intensiva condivisa.
  • Feste del Sangha: celebrazioni che onorano la comunità e il suo ruolo nel mantenere viva la tradizione.

Domande frequenti sul Sangha

Come si chiamano i monaci buddisti?
I monaci buddhisti sono chiamati bhikkhu (maschile) e le monache bhikkhunī (femminile).

Come si chiama il prete buddista?
Nelle tradizioni buddhiste, non esiste una figura equivalente al “prete” occidentale. Tuttavia, i monaci ordinati svolgono funzioni spirituali e rituali nella comunità.

Chi è stato il primo Buddha?
Il Buddha storico è Siddhartha Gautama, vissuto nel VI secolo a.C., fondatore del Buddhismo.

Qual è il dio dei buddisti?
Il Buddhismo non contempla un dio creatore. Si focalizza sul percorso individuale verso l’illuminazione attraverso la pratica e la comprensione del Dharma.

Conclusioni

Il Sangha rappresenta il cuore pulsante della pratica buddhista, offrendo un ambiente di sostegno, crescita e trasformazione. Insieme, i praticanti coltivano la consapevolezza, la compassione e la saggezza, camminando fianco a fianco nel sentiero verso il risveglio.

Libro

Dopo il Buddhismo- Ripensare il dharma per un’epoca laica ; Stephen Batchelor

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