Tipi di Yoga

Raja Yoga: guida agli 8 passi per la liberazione interiore

Il Raja Yoga, lo yoga della mente e della meditazione: le origini , come si pratica, quali sono i suoi stadi e in cosa si differenzia dagli altri stili.

di Guido Gabrielli

Cos’è il Raja Yoga?

Il Raja Yoga è conosciuto come lo yoga “regale”, perché mira alla educazione della mente e all’unione spirituale attraverso la meditazione profonda. Il termine sanscrito raja significa infatti “re” o “regale”, a indicare una via maestra, interiore e completa.

Le sue origini si trovano negli Yoga Sutra di Patanjali, un testo fondamentale della filosofia yogica che codifica il percorso verso la liberazione interiore in otto stadi, noti come Ashtanga Yoga. A differenza di altri stili più fisici, il Raja Yoga si concentra soprattutto sull’evoluzione mentale e spirituale, utilizzando posture, respiro e concentrazione come strumenti per raggiungere uno stato di quiete profonda.

A cosa serve il Raja Yoga?

L’obiettivo principale del Raja Yoga è la padroanza della mente. Attraverso la pratica costante, si può raggiungere uno stato di equilibrio interiore e silenzio mentale che apre alla consapevolezza più autentica di sé. Quando si parla di “percorso verso la liberazione interiore”, ci si riferisce proprio al processo descritto da Patanjali negli Yoga Sutra, ovvero alla cessazione delle vritti (le fluttuazioni o agitazioni della mente).

Il sutra fondamentale è:

Yogaś citta-vṛtti-nirodhaḥ – (Yoga è la cessazione delle fluttuazioni della mente

Yoga Sutra I.2

Quindi, la “liberazione interiore” si realizza quando si riesce a calmare, contenere e trascendere i movimenti mentali, che sono fonte di identificazione, sofferenza e illusione. Questo stato di quiete profonda è la condizione in cui il Sé autentico (purusha) può brillare, libero dai condizionamenti.

I benefici non si limitano alla sfera spirituale: migliorano la concentrazione, riducono lo stress e favoriscono una maggiore presenza nella vita quotidiana. Questo stile è spesso definito lo yoga più completo, perché integra corpo, mente ed etica in un unico percorso armonico e trasformativo.

Raja Yoga e Occidente

Oltre a Patanjali, che ha codificato i fondamenti del Raja Yoga nei suoi Yoga Sutra, ci sono stati diversi grandi maestri che lo hanno trasmesso in Occidente, contribuendo alla sua diffusione con approcci diversi ma tutti fedeli all’essenza meditativa e filosofica di questa via. Ecco i principali:
 

Swami Vivekananda (1863–1902)

Raja Yoga
Swami_Vivekananda

È considerato il primo vero ambasciatore del Raja Yoga in Occidente.
Nel 1893 partecipò al Parlamento delle Religioni a Chicago, dove il suo discorso impressionò profondamente il pubblico occidentale. Pubblicò nel 1896 il libro “Raja Yoga”, una pietra miliare per la diffusione dello yoga meditativo in Europa e negli Stati Uniti.

  • Interpretazione ispirata ma accessibile degli Yoga Sutra
  • Enfasi su autodisciplina, concentrazione e meditazione
  • Visione che integra scienza e spiritualità

Paramahansa Yogananda (1893–1952)

Raja Yoga
Paramahansa Yogananda

Famoso per il suo libro “Autobiografia di uno Yogi”, fondò la Self-Realization Fellowship per insegnare il Kriya Yoga, un percorso meditativo che si ricollega al Raja Yoga classico.

  • Ha reso popolare l’idea dello yoga come via per l’unione con il Sé divino
  • Anche se parlava di Kriya, il suo insegnamento è fortemente influenzato dalla struttura dell’Ashtanga Yoga di Patanjali

Swami Shivananda (1887–1963)

Raja Yoga
Swami Sivananda_

Fondatore della Divine Life Society, ha ispirato numerosi insegnanti (tra cui Swami Vishnudevananda).
Nel suo approccio olistico, il Raja Yoga è uno dei “quattro sentieri” principali dello yoga (insieme a Bhakti, Karma e Jnana).

  • Ha scritto testi fondamentali come “Raja Yoga” e “Concentration and Meditation
  • Promuove una pratica equilibrata tra meditazione, etica, e salute del corpo

B.K.S. Iyengar (1918–2014)

Raja Yoga
BKS Iyengar

Sebbene noto per l’Hatha Yoga, Iyengar riconosceva pienamente il Raja Yoga come obiettivo ultimo della pratica posturale. I suoi insegnamenti mirano a portare il praticante dall’asana alla meditazione e al silenzio interiore, nel solco della filosofia di Patanjali.

La sua scuola in Italia

I principi del Raja Yoga: le otto membra di Patanjali

Il cammino del Raja Yoga è strutturato in otto tappe, che Patanjali descrive negli Yoga Sutra. Questo sistema è chiamato Ashtanga Yoga, dove ashta significa “otto” e anga “membra” o “stadi”. Ogni passo prepara il terreno per il successivo, accompagnando il praticante dal comportamento etico fino alla realizzazione spirituale.

  1. Yama principi etici verso gli altri (non violenza, veridicità, non rubare…)
  2. Niyama – disciplina personale e valori interiori (pulizia, contentezza, autodisciplina…)
  3. Asana – postura comoda e stabile, base per la meditazione
  4. Pranayama – controllo consapevole del respiro per calmare la mente
  5. Pratyahara – ritiro dei sensi, direzione dell’attenzione all’interno
  6. Dharana – concentrazione su un punto (respiro, suono, immagine)
  7. Dhyana – meditazione prolungata, fluida e continua
  8. Samadhi – stato di unione, illuminazione e beatitudine interiore

Raja Yoga nella pratica: cosa si fa davvero?

A differenza di altri stili, il Raja Yoga non prevede sequenze dinamiche o movimenti intensi. È una pratica essenziale e silenziosa, basata sull’ascolto interiore.

Si lavora con:

  • Asana semplici e stabili, spesso in posizione seduta
  • Pranayama, ovvero esercizi di respirazione consapevole
  • Tecniche di concentrazione (Dharana) su oggetti, suoni o immagini mentali
  • Meditazione profonda (Dhyana), guidata o silenziosa
  • Vita etica e riflessiva, ispirata a Yama e Niyama

Il Raja Yoga è particolarmente adatto a chi cerca uno yoga mentale e spirituale, più che fisico. È ideale per chi sente il bisogno di rallentare, guardarsi dentro e ritrovare un senso di connessione profonda.

Raja Yoga e Hatha Yoga: differenze

Raja Yoga
Differenze intenioni Hata / Raja Yoga

FAQ sul Raja Yoga

Qual è il miglior tipo di yoga per iniziare?

Dipende da cosa stai cercando. Se vuoi avvicinarti allo yoga con dolcezza e attenzione al corpo, potresti cominciare con Hatha o Yoga per principianti. Ma se senti un bisogno profondo di quiete interiore, il Raja Yoga può essere un’ottima via anche per iniziare, soprattutto se sei attratta/o dalla meditazione e dalla crescita personale.

Quali sono i principi dello yoga secondo il Raja Yoga?

Il Raja Yoga si basa su otto stadi (Ashtanga Yoga) che includono etica, disciplina personale, posture, respiro, ritiro dei sensi, concentrazione, meditazione e realizzazione spirituale. I primi due, Yama e Niyama, sono fondamentali: rappresentano la base etica su cui costruire ogni altra pratica.

Qual è lo yoga più spirituale?

Il Raja Yoga è spesso definito lo yoga della mente e dello spirito. La sua finalità è superare l’identificazione con i pensieri per entrare in uno stato di coscienza profondo, silenzioso e unificato (Samadhi). È quindi una delle vie più dirette verso la spiritualità, anche se ogni stile di yoga può diventarlo se praticato con consapevolezza.

Quanti tipi di yoga esistono?

Esistono numerosi stili e approcci: Hatha, Raja, Bhakti, Jnana, Karma, Kundalini, Yin, Vinyasa, solo per citarne alcuni. Tutti derivano da radici comuni e offrono strade diverse verso la stessa meta: l’unione tra corpo, mente e spirito. Il Raja Yoga si distingue perché lavora soprattutto sulla mente, sulla meditazione e sul silenzio interiore.

Come cambia il corpo con il Raja Yoga?

Anche se il Raja Yoga è meno fisico di altri stili, può portare grandi benefici al corpo: riduzione dello stress, miglioramento della postura, respiro più profondo, rilassamento del sistema nervoso. Inoltre, la pratica costante di concentrazione e meditazione ha effetti positivi sul sistema immunitario, sulla digestione e sulla qualità del sonno.


 

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