Meditazione

Come preparare il corpo alla meditazione

Scopri come preparare il corpo alla meditazione: seduto, in piedi o camminando. Il corpo diventa il primo strumento della consapevolezza

di Guido Gabrielli

Il corpo, primo tempio del silenzio

Imparare come preparare il corpo alla meditazione significa creare le condizioni perché la mente possa davvero entrare nel silenzio.
Prima ancora che la meditazione diventi un’esperienza mentale o spirituale, è un’esperienza fisica: si respira, si sente, si radica.

Il corpo è la nostra prima casa e il nostro primo tempio. È attraverso di lui che possiamo imparare a fermarci, ascoltare e lasciare che la consapevolezza emerga.
Il Buddha ricordava che “la consapevolezza può fiorire ovunque” — seduti, in piedi, sdraiati o camminando.

Non esiste un luogo o una postura giusta per meditare: ciò che conta è la qualità della presenza che portiamo in ciò che facciamo.

Il corpo come strumento di presenza

Nella tradizione dello yoga, le pratiche fisiche (āsana) e il respiro (prāṇāyāma) preparano il corpo e la mente a Dhyāna, lo stato meditativo.
Nel Buddhismo, la consapevolezza del corpo (kāyānupassanā) è il primo dei quattro fondamenti della presenza mentale.
In entrambe le vie, il corpo non è un ostacolo, ma un alleato della mente. Quando il corpo si stabilizza, anche la mente si acquieta.

Portare attenzione al corpo significa imparare a sentirlo dall’interno, senza volerlo cambiare.
Ogni piccolo movimento — il battito, il respiro, la temperatura della pelle — diventa una porta verso l’ascolto profondo.
Come insegnava Thich Nhat Hanh: “Il corpo è il luogo in cui possiamo sempre ritornare, qualunque cosa accada.”

Le posizioni del corpo per meditare

Seduti: la base stabile

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La posizione seduta, (padmasana) è la più comune e accessibile, oppure anche in ginocchio (varjasana).
Puoi sederti su un cuscino ( zafu) o su una sedia, purché la colonna resti eretta ma non rigida e le spalle morbide , la lingua morbida.
Le mani appoggiano naturalmente sulle cosce o in grembo, lo sguardo può essere chiuso o semichiuso.
Il bacino leggermente più alto delle ginocchia aiuta il respiro a fluire senza sforzo.

Sedersi in silenzio non è immobilità forzata: è un gesto di stabilità interiore.
Come una montagna che rimane ferma anche se il vento soffia, la postura del corpo sostiene la quiete della mente.

Sdraiati o in piedi

Se stare seduti è difficile, puoi meditare sdraiato o in piedi.

come preparare il corpo alla meditazione

In posizione distesa, il corpo riposa, ma la mente resta vigile. È la base di molte pratiche di consapevolezza corporea, come il Body Scan usato nei protocolli di Mindfulness (MBSR).
Per restare presente, percepisci il contatto del corpo con il suolo, il peso, la gravità, il respiro che entra e che esce.

La meditazione in piedi,), invece, invita al radicamento: senti la pianta dei piedi aderire alla terra, la testa sospesa verso l’alto, il corpo come un asse che unisce cielo e terra.
In entrambe le forme, il corpo diventa testimone e maestra, e la mente impara ad ascoltare con attenzione.

Meditazione camminata

come preparare il corpo alla meditazione

Per chi fatica a stare fermo, la meditazione camminata è un inizio perfetto.
Cammina lentamente, percependo ogni passo, ogni appoggio del piede.

Puoi contare i passi o semplicemente ripetere mentalmente: “arrivo” quando il piede tocca terra, “parto” quando si solleva.

Thich Nhat Hanh amava dire: “Ogni passo è un respiro della Terra.”
Nella meditazione camminata, il corpo si muove, ma la mente riposa: il movimento diventa contemplazione.
Ogni passo, come ogni respiro, è un ritorno alla presenza

Dopo lo yoga: il corpo pronto al silenzio

Dopo una sessione di yoga, il corpo è più aperto, la respirazione profonda, la mente più calma.
È il momento naturale per sedersi e lasciare che l’energia si raccolga.
Lo yoga prepara il corpo a ricevere la meditazione come un terreno fertile accoglie il seme.
In questa quiete, ogni sensazione fisica diventa chiara e la mente può osservare senza sforzo.

👉 Leggi anche: Come meditare – Guida completa per principianti

Il respiro come ancora

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Non serve svuotare la mente: basta imparare a guardarla.
Il respiro spontaneo e non forzato come nelle tecniche del pranayama, è lo strumento più semplice e universale per preparare il corpo alla meditazione.

  • È sempre disponibile, in ogni luogo e momento;
  • È comune a tutti gli esseri viventi;
  • È gratuito e privo di barriere socio culturali

Pratica un minuto di ascolto:

• Chiudi gli occhi, percepisci l’aria che entra e che esce, senza modificarla.
• Quando la mente si distrae, riportala al respiro; Ogni volta che lo fai, stai già meditando.

Con il tempo, ti accorgerai che il respiro non è solo aria che muove il corpo, ma una corrente di consapevolezza che ti tiene radicato al presente.
Come il ritmo del mare, ti accompagna e ti riporta a casa.

Conclusione – Il corpo come via di ritorno

Preparare il corpo alla meditazione non è solo una fase preliminare, ma una pratica in sé.
Il corpo diventa strumento di conoscenza, veicolo di stabilità e testimone della mente.
Ogni volta che lo ascolti, lo distendi e lo rendi consapevole, stai già coltivando presenza.

Il corpo è la prima meditazione: se lo ascolti, ti riporta sempre al presente.”


Autore

Guido Gabrielli è direttore di YogaMindMag.it, portale dedicato alla cultura, alla pratica e all’attualità del mondo dello yoga e della meditazione. Già direttore e fondatore di Yoga Journal Italia per circa 20 anni. Con oltre trent’anni di esperienza editoriale e una lunga carriera nella comunicazione, ha collaborato con realtà nazionali, internazionali e organizzazioni non profit, sviluppando progetti che uniscono contenuti di qualità e innovazione. Appassionato di percorsi di crescita personale e spirituale, guida YogaMindMag con l’obiettivo di rendere lo yoga e la mindfulness strumenti accessibili per migliorare la vita quotidiana.

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