Saggezza

Digiuno spirituale: 10 benefici e come iniziare

copri i 10 benefici del digiuno spirituale: corpo, mente e anima. Guida interreligiosa (cristianesimo, ebraismo, islam), come iniziare e precauzioni.

di Padre Antonio Gentili

Il digiuno spirituale è una pratica antica quanto l’umanità. Non riguarda soltanto il corpo, ma tocca in profondità la mente e l’anima. È un gesto universale che ritroviamo in tutte le grandi tradizioni religiose: dal Ramadān islamico allo Yom Kippur ebraico, fino alla Quaresima cristiana. In ogni epoca e cultura, il digiuno è stato vissuto come un atto di purificazione, di riconciliazione e di gratitudine.

Nella nostra società di abbondanza e consumo, riscoprire il digiuno spirituale significa scegliere la via della sobrietà, aprire spazio all’interiorità e liberare nuove energie vitali. Non si tratta di privazione fine a sé stessa, ma di una disciplina che restituisce equilibrio e senso.

 La presenza del digiuno nella vita, rientra nel carattere bipolare della nostra esperienza che oscilla come un pendolo tra Cielo e Terra, vita e morte, uomo e donna, corpo e spirito, fatica e riposo, giorno e notte…. Secondo l’insegnamento degli antichi, i cibi costituiscono la prima nostra medicina e operano in favore della salute insieme alla loro astensione.

Beato quel corpo che per l’anima lavora”, recita un proverbio. E il corpo lavora non soltanto quando si nutre, ma anche – e soprattutto – quando digiuna. Diciamo: soprattutto, perché quando il corpo è restituito a se stesso (come avviene nel sonno) dispiega al massimo la propria forza rigeneratrice e guaritrice.

Che cos’è il digiuno spirituale

Il digiuno spirituale è un tempo in cui si decide consapevolmente di rinunciare al cibo o ad altre abitudini (parole, distrazioni, media) o “nutrimenti“.Per entrare in uno stato di maggiore ascolto e apertura interiore.

«Non può astenersi dai cibi materiali chi non nutre il proprio animo con cibi spirituali».

Papa Gregorio Magno, Homiliae in Evangelia, omelia XVI (fine VI sec.)

Il digiuno nelle tradizioni religiose

digiuno spirituale
Tre volti, tre vie: il digiuno nel Cristianesimo, nell’Ebraismo e nell’Islam.”

Nel Cristianesimo

Il digiuno accompagna i momenti forti dell’anno liturgico, come la Quaresima e il Venerdì Santo. È gesto penitenziale, ma anche atto di carità: ciò a cui si rinuncia può essere condiviso con chi ha meno. Gesù stesso, nel Vangelo, invita a digiunare “nel segreto”, come relazione intima con Dio. Se vuoi approfondire i temi in comune tra Yoga e cristianesimo, leggi qui.

Nell’Ebraismo

Lo Yom Kippur, il Giorno dell’Espiazione, è forse il digiuno più conosciuto. Dura 25 ore e include anche l’astensione dall’acqua. È un tempo di riconciliazione, di preghiera intensa e di perdono, vissuto in comunità

Nell’Islam

Il mese sacro di Ramadān è dedicato al digiuno dall’alba al tramonto. Non si assumono cibi, bevande, né si indulge in eccessi. È un allenamento alla disciplina, un invito alla gratitudine e un’occasione per condividere con i poveri.

In tutte queste tradizioni, il digiuno spirituale non è solo rinuncia, ma pienezza: apre a Dio, agli altri e a se stessi.

I 10 benefici del digiuno spirituale

  1. Chiarezza mentale – Con il corpo più leggero, la mente si fa limpida e vigile.
  2. Forza di volontà – Ogni rinuncia rafforza la capacità di scegliere e dire “sì” o “no” con libertà.
  3. Profondità della preghiera – Digiunare raccoglie il cuore e rende più autentica la relazione con Dio.
  4. Gratitudine e sobrietà – Si riscopre il valore del cibo e della vita quotidiana.
  5. Riconnessione al corpo – Si impara ad ascoltare fame e sazietà reali, non condizionate.
  6. Libertà dai condizionamenti – Si spezzano catene di abitudini, consumi e automatismi.
  7. Carità concreta – Il digiuno è legato al dono: quello che risparmio può essere condiviso.
  8. Pace interiore – Riduce irritabilità e stress, genera calma e presenza.
  9. Senso di comunione – Un digiuno vissuto insieme crea legami e solidarietà.
  10. Ecologia personale e sociale – Rinunciare significa ridurre sprechi e riequilibrare risorse.

«La carne è cardine di salvezza».

Tertulliano ( filosofo cristiano), De carnis resurrectione, VIII, 3 ( 152 DC circa)

 E’ sempre bene ricordare anche il carattere sociale del digiuno spirituale.

Costituisce infatti un gesto di:

  • di intercessione e d i “pressione sociale” ( si pensi ai digiuni di Gandhi…)
  • condivisione, se quanto è oggetto di rinuncia viene donato a chi ne ha bisogno;
  • riparazione, per lo spreco e perciò stesso la sottrazione di beni a danno dell’umanità;

Come iniziare: guida pratica e sicura

Il digiuno spirituale non richiede imprese eroiche. Si può cominciare da piccoli gesti: un pasto saltato, un giorno con meno parole, un’ora senza telefono.

Preparazione

  • Gradualità: iniziare con poche ore, poi aumentare.
  • Intenzione chiara: offrire la rinuncia come atto di preghiera o solidarietà.
  • Ambiente adatto: pace e silenzio aiutano più di un contesto stressante.

Forme di digiuno

  • Totale o parziale: dall’astenersi da cibi solidi al ridurre quantità e varietà.
  • Digiuno di parole: silenzio interiore, meno chiacchiere inutili.
  • Digiuno digitale: spegnere tv, social, notizie per un tempo dedicato a sé.

Precauzioni

Chi ha problemi di salute, gravidanza, disturbi alimentari o terapie particolari deve consultare un medico. Il digiuno non è per tutti, e la prudenza è parte della saggezza spirituale.

Decalogo di consapevolezza a tavola

Il digiuno spirituale non riguarda solo l’astensione: si può digiunare anche mentre si mangia. Come? Con la consapevolezza. Ecco un Decalogo prezioso:

  1. Mangiare con consapevolezza, trasformando il pasto in un rituale.
  2. Osservarsi mentre si mangia: ritmo, quantità, stato d’animo.
  3. Accogliere il cibo come dono, non divorarlo.
  4. Masticare a lungo, lasciando che il gusto riveli la sua essenza.
  5. Trattare i liquidi da solidi e i solidi da liquidi.
  6. Mangiare solo a tavola, evitando spuntini inutili.
  7. Bere poco durante i pasti, più fuori.
  8. Deporre le posate tra un boccone e l’altro.
  9. Esistono tre bocconi: il boccone della sobrietà (è il boccone di meno, quando ci si allontana da tavola con un residuo di appetito); il boccone della sazietà (quando si raggiunge la misura di cibo sufficiente); il boccone della golosità (è il boccone in più, che prepara le nostre malattie future). Riempi lo stomaco un terzo delle sue capacità.
  10. Condividere il meglio: sobrietà e generosità rendono felici.

«Lo yoga non è per chi mangia troppo, né per chi non mangia affatto. Non è per chi dorme troppo, né per chi veglia sempre. Ma per chi è moderato nel cibo e nel riposo, nello sforzo e nel sonno, lo yoga diventa il distruttore del dolore».

Bhagavad Gītā, VI, 16–17:

A questo decalogo si possono aggiungere pratiche di consapevolezza quotidiana come la Respirazione yogica completa .

Domande frequenti (FAQ)

Come si fa il digiuno spirituale?
Si sceglie un tempo di astensione dal cibo (totale o parziale), accompagnato da preghiera o meditazione. L’intenzione spirituale fa la differenza rispetto a un digiuno puramente fisico.

A cosa serve il digiuno spirituale?
Serve a purificare corpo e mente, a crescere in libertà interiore, a rafforzare la preghiera e ad aprirsi agli altri con carità.

Quanto dura un digiuno spirituale?
Può durare poche ore, un giorno o più giorni. L’importante è la coerenza: meglio poco e costante che molto e irregolare.

Qual è la differenza tra digiuno e astinenza?
Il digiuno è riduzione della quantità di cibo; l’astinenza è rinuncia a determinati alimenti (per esempio la carne, come nella tradizione cristiana).

Si può unire al digiuno intermittente moderno?
Sì, purché non diventi solo tecnica di benessere. Inserire preghiera e intenzione lo trasforma in gesto spirituale.

Ci sono rischi?
Sì, se praticato senza discernimento o con condizioni di salute particolari. Per questo la gradualità e il parere medico sono importanti

Conclusione

Il digiuno spirituale è un cammino di libertà. Non è una gara né un obbligo, ma un invito a ritrovare l’essenziale. È un atto di riparazione, un dono di sé che purifica il corpo, rinnova l’anima e apre alla comunione con Dio e con gli altri.

Comincia con un piccolo gesto: un pasto saltato, un’ora di silenzio, un giorno senza telefono. Scoprirai che, come diceva un partecipante alle Settimane di digiuno e meditazione: «Alla fine del digiuno mi sentivo più in forze di prima, leggero e sereno».

Il digiuno, praticato con cuore sincero, non toglie, ma dona.

Autore

Padre Antonio Gentili (Carrara, 1937), religioso barnabita, licenziato in Teologia e laureato in Filosofia, ha operato per anni come animatore della Casa di ritiri spirituali di Eupilio (CO) e successivamente nel Convento di Campello sul Clitunno (PG). Autore di numerosi saggi pubblicati da Ancora e ha scritto per Yoga Journal Italia.
Ha coltivato studi di spiritualità, esplorando le grandi tradizioni meditative dell’Occidente e dell’Oriente. Guida corsi di meditazione e preghiera profonda e organizza settimane di digiuno e meditazione per la purificazione integrale.

 

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