Frequenze Sacre
di Andrea Gorgi Zuin
«Quello che abbiamo chiamato “materia” non è altro che energia, la cui vibrazione è stata abbassata in modo da essere percepibile ai sensi; la materia in sé non esiste»: sono parole di Albert Einstein. L’universo è un insieme di energia e quindi di frequenze. La relazione, la compatibilità e il ritmo di tali frequenze compongono il concerto della vita.
Tutto vibra
Ogni cosa quindi, visibile o invisibile, viva o morta, dalla galassia alla più piccola particella atomica è null’altro che energia. La rivista che stai tenendo in mano ora emette frequenze, la mano che la tiene vibra, gli atomi che compongono la tazzina di tè stanno vibrando, le erbe essiccate dentro la tazza vibrano. Emettono suoni. Le frequenze sono spostamenti delle particelle intorno alla posizione di riposo di un determinato oggetto, chiamato sorgente del suono. Le particelle a loro volta, iniziando ad oscillare, trasmettono il movimento alle altre particelle vicine e queste a loro volta ad altre ancora, provocando una variazione locale della pressione; in questo modo, un semplice movimento vibratorio si propaga meccanicamente originando un’onda sonora. Spesso non cogliamo tali suoni poiché l’orecchio umano è in grado di percepire solo le frequenze che vanno dai 20 Hz ai 20.000 Hz. Se riuscissimo a percepire frequenze al di fuori di questo spettro così limitato, saremmo in grado di ascoltare la vibrazione che il pianeta Terra emette durante la sua rotazione, oppure il suono prodotto dalla vibrazione delle particelle atomiche che formano il corpo. Ma anche i sapori, le immagini, gli odori e le percezioni tattili sono delle rielaborazioni cerebrali di frequenze. Quello che noi percepiamo è una “realtà approssimata”, una versione semplificata dal nostro cervello di ciò che ci circonda.
Entrare in risonanza
L’altro importante concetto da tenere presente è quello di “risonanza simpatetica”: tutto ciò che è armonico con una determinata vibrazione, risuonerà assieme a essa. Confucio diceva: «Ciò che concorda nel tono, vibra assieme». Questo significa che se per esempio percuotiamo un diapason (forcella di ferro che genera una nota standard, utilizzata di solito per accordare gli strumenti musicali) a una determinata frequenza e lo avviciniamo a un altro diapason impostato alla stessa frequenza, questo comincerà a vibrare “per simpatia” senza essere percosso. Magia? Nient’affatto, piuttosto “legge dell’attrazione”: questo avviene quando troviamo un rapporto di proporzionalità tra le frequenze. L’essere umano è come uno strumento acustico che emana determinate frequenze, in grado di far vibrare per risonanza simpatetica altre frequenze simili, attirandole a lui. Il pensiero stesso è energia in vibrazione, e ne deriva che emozioni positive aventi una determinata frequenza attireranno probabilmente eventi positivi nella vita.
440 Hertz? No, grazie
In Occidente, la moderna accordatura musicale imposta la nota LA a 440 Hertz. Significa che tutte le altre note dello strumento sono accordate in sintonia con questa frequenza. Quindi in un’orchestra, per esigenze di uniformità, la nota LA suonata dai vari strumenti emette una frequenza di 440 vibrazioni per secondo (Hertz). Questa frequenza, che era utilizzata dalle bande militari russe e austriache, è stata stabilita a tavolino per la prima volta a Londra nel 1939 durante un congresso internazionale richiesto dalla Commissione Acustica della Radio di Berlino. La maggior parte della musica che ascoltiamo oggi nei media o per strada si attiene a questa regola. In passato, molti geni intramontabili della mu sica erano concordi sul fatto che il LA dovesse invece essere intonato in 432 Hz, detto anche “LA Verdiano”, in quanto Giuseppe Verdi ne fu accanito sostenitore. Fu lui, infatti, che nel 1881 scrisse una lettera indirizzata alla commissione musicale del Governo dell’epoca, e tutt’ora conservata al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano, dove chiedeva espressamente di portare il LA corista a 432 Hz per “esigenze matematiche”. La legge dell’ottava Proviamo a spiegare le esigenze matematiche di cui parla il grande Giuseppe Verdi. Esiste una vasta bibliografia sulla relazione tra le proporzioni dei numeri primi (sezione aurea) e la natura. Accordando i nostri strumenti musicali alla frequenza del LA a 432 Hz, e ricavando con adeguati calcoli la cosiddetta “Scala A urea”, otterremo un DO a 256 Hz che per effetto di risonanza simpatetica degli armonici della nota produrrà un altro DO esattamente a 8 Hz.
Il numero “8” è uno dei numeri più ricorrenti in natura, presente in maniera universale nei suoi molteplici aspetti. In Occidente, attraverso gli studi di Pitagora, è il principio cardine della musica basata sulle otto note di cui un’ottava musicale è composta. Il numero 8 e i suoi relativi multipli sono stati impiegati nell’architettura egizia, vedica, mussulmana, buddhista, rinascimentale: templi, chiese, moschee, castelli e palazzi, presentano nella loro architettura ottagonale questo numero sacro; la forma della frequenza entra in risonanza simpatetica con le cellule del corpo umano e con le altre leggi che governano l’universo. Leonardo Da Vinci stesso utilizzava la matematica dell’8 nella maggior parte delle sue opere.
Ci sono alcuni esempi che fanno intuire l’importanza di tale frequenza in relazione a ciò che ci circonda: 8 Hz è la frequenza di replicazione del DNA; è il ritmo del pianeta Terra, conosciuto come “Risonanza di Schuman” (7,83 Hz); è la frequenza con cui si attiva la ghiandola pineale; è la frequenza Alpha che emette il nostro cervello quando i due emisferi sono in coerenza; è la frequenza di risonanza dell’idrogeno, la molecola che assieme all’ossigeno forma l’acqua, l’elemento di cui siamo per la maggior parte fatti.
Al cervello o al cuore?
Cerchiamo ora di focalizzarci sull’aspetto sensoriale di un ascolto di musica in 432 Hz. Su YouTube è facile trovare un interessante video che mostra il celeberrimo baritono Piero Cappuccilli nell’esecuzione di una famosa aria di Verdi nelle due versioni, a 432 Hz e a 440 Hz. Sebbene la differenza di soli 8 Hz sia quasi impercettibile all’orecchio, non lo è affatto per un “ascolto totale” che coinvolge, attraverso la frequenza, l’essere nella sua sensorialità fisica e biologica. Questa arriva dritta al cuore, entrando nel profondo dell’anima. Per alcuni musicisti e pensatori del passato la musica doveva essere una sublime terapia per ricostruire l’armonia del corpo e dell’anima: secondo Ludwig van Beethoven, «la musica è una sapienza più alta della filosofia e della teologia». È per questo che è importante fare molta attenzione a cosa ascoltiamo, informandoci sugli “ingredienti” che compongono la musica di cui ogni giorno ci “cibiamo”. Dovremmo forse farci più domande sul perché storicamente sia stato stabilito il LA a 440 Hz, imponendo, di fatto, una frequenza che stimola il cervello a sintonizzarsi con quelle che emette quando ci troviamo in stato di veglia, di eccitazione, di vigilanza oppure sotto stress, nella sfera quindi della razionalità e dell’azione. La frequenza a 432 Hz porta a sintonizzarci in uno stato più profondo, attivando così capacità cognitive più elevate, come la creatività, l’apertura mentale, l’accoglienza, la sensibilità.
Il Sé a 432 Hz
Per tutti questi motivi, la musica in 432 Hz si presta molto bene ad attività come yoga, meditazione, visualizzazione, introspezione e a quella ricerca del proprio sé cosciente. Gli infrasuoni di tale accordatura mettono in moto per risonanza simpatetica le frequenze che portano il cervello in uno stato di pienezza e presenza. Ritroviamo una proporzionalità dell’energia emessa dal cosmo, dalla Terra, dal DNA, attraverso i centri energetici, i chakra. Come nel disegno dell’Uomo Vitruviano di Leonardo Da Vinci, simbolo di proporzione, armonia dell’essere umano nello spazio e nella sua forma.
L’Uomo Vitruviano
La rappresentazione di Leonardo delle proporzioni ideali del corpo umano dimostra come esso possa essere armoniosamente inscritto nelle due figure perfette del cerchio e del quadrato. Arrivando a un modello proporzionale che rappresenta il più alto segno dell’armonia divina. All’interno di queste proporzioni, nella figura a pagina 30 sono state inserite le frequenze della scala tonale e i relativi chakra.
Andrea Gorgi Zuin
Musicista e cercatore di musiche. Viaggia per il mondo per conoscere i popoli attraverso la loro musica; nella convinzione che la musica sia una questione più sociale che estetica.