Sequenza YogaPratica

Una sequenza yoga per l’intestino e ritrovare l’equilibrio

Scopri 13 posizioni di yoga per l'intestino: un viaggio verso la guarigione da disturbi legati allo stress e alle emozioni trattenute

di Laura Burkhart

Il nostro intestino è molto più di un semplice organo digestivo.  Lo yoga per l’intestino  è finalizzato a stimolare quel  radar sensibile che assorbe, elabora, trattiene. Molti dei disturbi che sperimentiamo nella zona addominale – gonfiore, tensioni, crampi, irregolarità – sono in realtà risposte somatiche a ciò che viviamo interiormente. Esperienze non digerite, emozioni represse, ansia costante o un senso diffuso di disconnessione possono accumularsi proprio lì, nel nostro centro.

Nello Yoga Sutra di Patanjali, lo yoga viene descritto come “una quiete crescente nella vibrazione della mente”. Prosegue dicendo che attraverso una pratica disciplinata e mirata al distacco dai flussi mentali, dalla nostra identificazione con i pensieri, le fantasie e le emozioni che generano sofferenza e ansie arriveremo a vivere la nostra reale e impermanente identità.

In sanscrito, l’addome è legato a Manipura, il terzo chakra, sede della trasformazione e del potere personale. Quando questo centro è bloccato o squilibrato, ci sentiamo facilmente sopraffatti, stanchi, indecisi. Lo yoga per l’intestino ci invita a riscoprire l’addome non solo come fonte di forza fisica, ma come spazio sacro da ascoltare e liberare.

Yoga e intestino: perché sono così collegati?

Molti studi scientifici confermano l’esistenza di un legame diretto tra il sistema nervoso enterico (l’intestino) e quello centrale. Il nervo vago è il ponte tra emozioni e funzioni digestive. Quando siamo in uno stato di stress cronico, il corpo si chiude in una modalità di difesa, rallentando il transito intestinale e aumentando le tensioni muscolari profonde. Su questo lo yoga per l’intestino lavora e crea i suoi benefici

 Il ruolo del respiro nella digestione emotiva

Includere esercizi respiratori nella pratica yoga per l’intestino (come il respiro addominale, la respirazione completa o Nadi Shodhana) aiuta a calmare il sistema nervoso e a stimolare l’attività del nervo vago. Questo attiva la risposta parasimpatica e favorisce il rilassamento dei visceri.

Pratica yoga per l’intestino

Questa sequenza è pensata per accompagnarti in un viaggio di guarigione. Le posizioni che seguono agiscono sulla muscolatura profonda, sul sistema nervoso autonomo e sul respiro, promuovendo digestione, rilascio emotivo e riconnessione col sé. Non è necessario essere flessibili o forti: è necessario essere presenti, accoglienti e sinceri.

 Gatto/Mucca: 

Inizia con un gesto semplice: il fluire del respiro lungo la colonna vertebrale. Mentre inspiri, apri il petto e solleva gli ischi; mentre espiri, incurva la schiena e porta l’ombelico verso la colonna. Questo movimento ritmico stimola il sistema digestivo e prepara il corpo al rilascio, creando un ponte tra emozioni e pancia

Posizione del Cobra, variante

Sdraiati a terra e solleva il petto senza l’aiuto delle mani, solo con la forza dell’addome. Questo gesto riattiva la parte centrale del corpo, scioglie la rigidità lombare e risveglia Manipura chakra, associato alla volontà e alla digestione del vissuto personale. Fai 3 cicli respiratori, poi riabbassati al suolo. Ripeti 3 volte.

Posizione dell’Asse: 

Una posizione di forza e resistenza. Richiede attenzione, stabilità e impegno. Quando l’addome sostiene il corpo in sospensione, anche la mente impara a reggere l’intensità senza fuggire. Simbolicamente, è il punto in cui impari a stare, a contenere, a sostenerti.  Fai 3 respiri.

 

Posizione del Bastone a terra (Chaturanga Dandasana)

Un passaggio potente. Le braccia tremano, l’addome lavora. È un momento in cui fai i conti con i tuoi limiti, le tue paure di cadere. Con i bicipiti paralleli al suolo, a 90 gradi, fermati per 3 respiri. Inspira e portati nel Cane a Testa in Su (vedi foto successiva), poi nel Cane a Testa in Giù. Questa posizione insegna a lasciar andare il bisogno di controllo, rilassando i muscoli profondi che, spesso, restano in tensione nel basso ventre. Ripeti altre due volte 

Posizione del Cane a Testa in Su

Spalanca il petto, distende l’addome, apre alla fiducia. L’energia sale e, con essa, il respiro trova uno spazio nuovo. È una posizione di apertura profonda, capace di stimolare la funzione parasimpatica: quella che ci permette di digerire, di riposare, di guarire. Le uniche parti del corpo che dovrebbero toccare terra sono mani e collo dei piedi. Tieni per 2 respiri, poi portati nel Cane a Testa in Giù.

Posizione della Barca

Rafforza l’addome e il diaframma, ma soprattutto ti mette a confronto con la tua relazione con l’impegno. Non trattenere il respiro, non irrigidirti. Sentiti salire e cadere con il ritmo naturale della tua energia. In questa fluttuazione nasce l’equilibrio.Fai 3 respiri. Ripeti tre volte, alternando con la Posizione di stiramento dell’Est invertita ( Posizione successiva).

Posizione di stiramento dell’Est invertita

Da una posizione seduta, piega le ginocchia, allontana i piedi di circa 30 cm dagli ischi e porta le mani dietro di te sotto le spalle, punta delle dita rivolte verso il bacino. Premi mani e piedi a terra e solleva la pelvi verso il soffitto. Un invito a bilanciare la contrazione con l’espansione. A livello simbolico, apre alla luce, all’intuizione e alla libertà interiore. Fai due respiri, poi riappoggia il bacino a terra. Ripeti altre due volte.

Posizione del Corvo laterale: 

Da supino, tira le ginocchia al naso, gambe unite. Esegui una torsione a destra finché le braccia non sono all’esterno delle gambe. Palmi in avanti e stringi il lato destro del corpo come se stessi eseguendo il Corvo laterale, ma sulla schiena

Una torsione intensa che stimola gli obliqui e il fegato. A livello psico-emotivo, favorisce l’eliminazione di tossine e pensieri ripetitivi. Come quando strizzi un panno: lasci uscire l’acqua stagnante per far spazio al nuovo.

Locusta

Rimani sdraiato sull’addome. Porta le braccia ai fianchi, intreccia le dita alla base della colonna vertebrale. Stringi le gambe. Premi collo dei piedi e osso pubico sul tappetino. Inspirando, stacca il petto da terra e, espirando, attiva il “gli addominali interni” e solleva le braccia. Attiva la muscolatura posteriore. Ideale per chi si sente svuotato, scarico o affaticato da una lunga fase digestiva sia fisica che emotiva. Ti rimette in moto, con radicamento Fai 3 respiri e rilascia.. Ripeti 3 volte appoggiando i lati del viso a terra.

Posizione dell’Asse sugli avambracci: attiva braccia e addominali

Dalla Locusta, porta i gomiti sotto le spalle, premi gli avambracci a terra e solleva il petto entrando nella Posizione del Cane a testa in Su. Una versione più sostenibile dell’Asse classico. Richiede forza e pazienza. Il focus resta sull’addome e sulla capacità di mantenere un centro saldo anche nelle situazioni instabili. Tieni per 3 respiri e torna alla Posizione del Cane a testa in Su. Ripeti 3 volte.

Posizione del Ponte

Sdraiati sulla schiena. Piega le ginocchia e porta i talloni verso gli ischi. Premi i piedi sul tappetino e solleva il bacino verso il soffitto. Solleva il bacino, apre l’addome e stimola l’intestino tenue. La versione ristorativa è utile nei momenti in cui prevale l’esaurimento. È una posizione che cura l’ansia e dona stabilità emotiva. Se preferisci una versione più ristoratrice della posizione, infila un mattone dal lato basso o medio sotto l’osso sacro, perpendicolare alle vertebre.

Torsione da sdraiati

Rimani sdraiato sulla schiena, porta le ginocchia al petto e apri le braccia a “T”. Spalla sinistra radicata al suolo, lascia cadere le ginocchia a destra verso il pavimento.

Il corpo rilascia le tensioni residue. Le torsioni sono un balsamo per il tratto intestinale e per il sistema nervoso. Ti aiutano a lasciar andare, in sicurezza, con lentezza e fiducia. Fai 5 respiri, poi cambia lato.

Posizione coricata con estensione delle gambe

Rimani sdraiato sulla schiena. Raccogli il ginocchio destro al petto. Fai passare una cinghia sotto la pianta del piede destro ed  estendi il tallone al soffitto. Posizione defaticante e allungante. Ideale per concludere la pratica. Aiuta a rilassare il psoas e a stabilizzare l’asse cranio-sacrale. Fai 5 respiri.

Savasana: rilassati

La quiete. L’integrazione. L’addome si distende. Il respiro diventa testimone della guarigione. In questa posizione non si fa: si è.

L’intestino ha bisogno di spazio, movimento e ascolto. Ha bisogno di pause, di ritmi dolci, di accoglienza. Non giudicarlo se si irrigidisce, non pretendere che funzioni come un orologio. Come tutte le parti del corpo, ti parla nel suo linguaggio, fatto di segnali e richieste.

Quando praticare lo yoga per l’intestino

Puoi eseguire questa pratica:

  • al mattino, a stomaco vuoto, per stimolare la peristalsi;
  • alla sera, per rilasciare le tensioni accumulate e favorire un sonno più profondo;
  • nei periodi di stress o quando senti un blocco emotivo nell’addome.

Conclusione

Questa sequenza è molto più di una serie di posizioni fisiche: è un invito ad ascoltare, ad accogliere e a lasciar fluire.  Lo yoga per l’intestino ti riporta in un luogo potente, che trattiene ciò che non abbiamo ancora elaborato. Attraverso il movimento consapevole, il respiro profondo e la presenza amorevole, possiamo iniziare un percorso di autentica guarigione.

Prenditi il tuo tempo. Ritorna a questa pratica ogni volta che senti il bisogno di centrarti, di digerire un’emozione, o semplicemente di ascoltare quella parte di te che non ha voce ma ha molto da dire. Prenditene cura. Il tuo ventre custodisce molto più di ciò che mangi. Custodisce chi sei.

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