Thich Nhat Hanh: Il Maestro Ribelle e il Messaggio della Pace Interiore
La figura di Thich Nhat Hanh, maestro e ribelle spirituale, che ha ispirato una spiritualità aperta e attiva, trasformando il Buddhismo in un messaggio di pace e dialogo.
di Phap Ban
Grazie a Thich Nhat Hanh, ricordo ancora le immagini sfocate di un uomo in fiamme sul vecchio televisore in bianco e nero. Era un monaco buddhista a Saigon, che si era dato fuoco in un atto di protesta, chiedendo la fine della guerra in Vietnam. La guerra, che prima aveva opposto il Paese alla Francia coloniale e poi agli Stati Uniti, stava devastando foreste, città e vite umane. Non capivo allora il significato profondo di quell’azione; solo anni dopo ho intuito la forza di quel gesto. In Thich Nhat Hanh, noto come Thay, i ho ritrovato quella stessa fiamma interiore, una ribellione che andava oltre la politica, abbracciando una visione di pace radicale e trasformativa.
Thich Nhat Hanh, il Maestro del Cuore Attivo
Thich Nhat Hanh era un ribelle, ma non uno di quelli che si oppongono solo per contraddire. Il suo era un atto di amore, una rivoluzione pacifica. Decise persino di cambiare il suo nome monastico in “Hanh”, che significa Azione, rompendo con l’attitudine passiva del buddhismo vietnamita ufficiale. In un’epoca in cui la spiritualità sembrava distante dai drammi quotidiani, lui decise di immergersi nelle sofferenze del mondo. Fondò i Corpi di Pace, gruppi di attivisti non violenti, e affrontò momenti difficili, inclusa una profonda crisi interiore. Non si arrese e, andando negli Stati Uniti, riuscì a ispirare persino Martin Luther King, che non solo prese posizione contro la guerra del Vietnam, ma lo candidò al Premio Nobel per la Pace. Dopo un colloquio con lui, persino Robert McNamara, il segretario della difesa statunitense, si dimise.
Thay è stato il primo monaco vietnamita a pedalare in bicicletta, un gesto che sembrava piccolo ma che racchiudeva il suo spirito innovatore. Ma non si è fermato qui: nella sua visione inclusiva, Thay ha osato riscrivere il “Cuore della Prajna Paramita”, il testo sacro della tradizione Mahayana, un atto che alcuni considerano ancora un’eresia. Questo gesto e altre sue scelte audaci sono state interpretate come sfide ai dogmi religiosi. Ma, più delle dicerie, ciò che emerge è il bisogno umano di dare un senso alla vita, cercando una narrazione stabile in un mondo caotico e imprevedibile.
Un Sangha per il Dialogo e l’Unità
Anche i suoi discepoli hanno abbracciato questa stessa ribellione creativa. Il nostro primo Sangha, fondato a Genova nel 2013, è nato dall’incontro tra la comunità di Plum Village e il Theravada di Corrado Pensa, che aveva invitato Thay a Pomaia per il suo primo ritiro in Italia. Era una comunità vibrante, dove c’era voglia di confronto, condivisione e di crescita comune. Nel tempo, questo approccio aperto ci ha permesso di restare uniti pur nelle differenze, dimostrando che si può camminare insieme anche con prospettive diverse.Una Spiritualità Oltre le Etichette
L’insegnamento di Thich Nhat Hanh ha sempre sfidato il senso di superiorità e appartenenza esclusiva. Come in uno dei racconti Zen, in cui un maestro dice: “Siamo fortunati a seguire l’insegnamento puro di Gautama, e non quelle scuole con pratiche devozionali”. E l’altro risponde: “Sì, siamo fortunati… ma gli altri si risvegliano!”. Thay ha insegnato che la vera pratica non sta nel seguire una tradizione, ma nel trovare la propria via per aprire il cuore e la mente.Thich Nhat Hanh e il Dialogo Interreligioso
Una volta, durante un incontro interreligioso, qualcuno disse: “Attenzione a non fare una macedonia”. Thay si alzò, sorridendo, e rispose con semplicità: “A me piacciono le macedonie!”. Quella frase è diventata un simbolo del suo messaggio: un invito ad abbracciare le differenze e a superare le barriere religiose. Con la sua apertura e il suo coraggio, Thay ha portato avanti una spiritualità che non cerca di uniformare, ma di accogliere. È stato un maestro e un ribelle nel senso più nobile, perché ha insegnato a vedere la spiritualità come un cammino vivo, che abbraccia il cambiamento e si rinnova continuamente.
Se vuoi approfondire i 3 grandi insegnamenti del Maestro leggi Qui
Informazioni sulla sua comunità Plum Village
ATTO D’AMORE
Phap Ban è il nome monastico di Claudio Panarese, sceneggiatore, pittore e disegnatore per la Disney. A Plum Village dal 1992, prima come laico poi come monaco, nei suoi libri racconta la storia dell’incontro con Thay e il suo messaggio di gioia e dolcezza.