MindfulnessSaggezza

Pratica la generosità

di Stefano Bettera

 

 

Molti si chiedono cosa dovrebbe pensare un buddhista su questioni come il cambiamento climatico, i diritti civili o la politica. La risposta non può essere univoca perché siamo tutti diversi ma ciò che è indiscutibile è che questa pratica è focalizzata su ciò che unisce piuttosto su ciò che divide. Ecco perché è consigliabile a scegliere i mezzi di sostentamento appropriati non solo per il nostro benessere e la felicità ma, soprattutto, perché questo non arrechi danno ad altri mentre cerchiamo di portare vantaggi a noi stessi. Dunque una via etica di comportamento L’intento della pratica buddhista è offrire un metodo per una vita basata sulla consapevolezza. Semplificare è piuttosto un modo per ridurre le opzioni, per restringere un po’ i confini della scelta in modo che l’attenzione possa dirigersi più facilmente verso lo sviluppo della chiarezza che può guidare le nostre scelte e favorire la generosità

 

 

IL TEST:

AVETE FATTO LE SCELTE APPROPRIATE?

Ecco ora sono tre semplici domande per valutare se le tue scelte sono appropriate:

1   Il lavoro che svolgo è un’attività con dei lati scorretti? Per scorretto si intende un’attività che arreca potenzialmente o concretamente danno ad altre persone. Ad esempio, lavorare per l’esercito è sempre eticamente scorretto? Dipende. Un medico o un cuoco militare non saranno certo direttamente responsabili di azioni dannose, anzi. L’elenco potrebbe essere lunghissimo. A volte è problematico stabilire un confine netto tra ciò che consideriamo un’attività eticamente accettabili o meno. Potete dunque chiedervi: “Sono direttamente coinvolto in un’attività dannosa o poco etica?”. Come “regola generale” più distanza c’è tra la vostra specifica attività lavorativa e il danno che potrebbe derivarne, meno è probabile che rientri nella categoria delle occupazioni non appropriate.

 

2   Il mio lavoro mi porta ad infrangere l’impegno che ho preso di perseguire questo percorso di pratica. Se la vostra occupazione ha passato il primo esame, passate a considerare il modo in cui la esercitate: ad esempio, se siete medici cambia profondamente il tipo di atteggiamento che avete con i pazienti e se il vostro obiettivo è solo quello di arricchirvi anche a scapito della salute degli altri. O se siete un impiegato pubblico che favorisce appalti poco trasparenti e così via. In questo caso quindi non è il tipo di occupazione ad essere corretta o meno ma la condotta di chi la professa.

 

Infine, ci sono aspetti del vostro lavoro che vi turbano o impediscono alla vostra mente di trovare la serenità? A volte non è semplice valutare questo aspetto. Quando l’asticella si alza oltre la nostra capacità di sopportazione è giusto capire quanto questa condotta va in direzione opposta al cammino che abbiamo scelto. Ugualmente l’indifferenza del “non posso farcinulla e comunque non mi riguarda personalmente” ci rinchiude in noi stessi e ci impedisce di sentire. Non dimenticarti che una situazione che può intrappolare una persona in meccanismi mentali limitanti diventa per un’altra l’occasione di praticare la pazienza e la compassione e procedere sul sentiero.

 

MEDITAZIONE:

SEMPLIFICATEVI LA VITA!

Questa meditazione è una valida cartina di tornasole per verificare quanto siete nella condizione di scegliere in modo libero sta nella complessità del modo in cui vivete. Potete farla in ogni momento della giornata ma il consiglio è quello di entrare in un centro commerciale e mettervi alla prova! Più sono le cose cui non potreste mai rinunciare più sono forti le corde che vi tengono legati e vi impediscono di muovermi nella vita senza il timore di rimanere con un pugno di mosche in mano.

 

Le domande di fronte a una scelta

Quando vi aggirate tra gli scaffali fatevi ad esempio queste domande:

  • Siete davanti al reparto detersivi e subito siete bloccati dalla scelta: “Tra decine di detersivi e di marche quale posso comprare?”
  • Iniziate a osservare come il vostro cervello inizia a dibattersi tra una e l’altra, come se si trovasse chiuso in uno stanzino e andasse a sbattere contro le pareti.
  • Oppure, di fronte al carrello dei surgelati chiedetevi “cosa cucino stasera per cena?”
  • Quando invece passate nel reparto dedicato all’intrattenimento osservate il pensiero che sorge, ad esempio: “che film scelgo di vedere nella mia televisione satellitare a trecento canali?”
  • Ognuno ha in testa le proprie “formule” e potete naturalmente partire dall’esaminare quella che vi viene per prima o che si presenta più frequentemente.

 

Cosa fare praticamente:

  • Iniziate con qualche piccola rinuncia, perlomeno di ciò che non è davvero così fondamentale.
  • Quando passeggiate per il supermercato non riempitelo con il primo oggetto che cattura il vostro sguardo.
  • Provate a non comprare dieci marche di surgelati solo per una spinta compulsiva.
  • Se proprio siete attratti da una fantastica scatola di cioccolatini, provate a chiedervi: ne ho davvero bisogno? Cercate di misurare fino a che punto avete la forza di dire di no.
  • Poi passate ad un livello più generale e provate a pensare a chi non ha neppure le risorse fondamentali per vivere. Chiedetevi: ciò che sto comprando quanto impatta sulle condizioni di vita degli altri?

 

Leggi anche Cos’è la generosità Buddhista


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