Ramificazioni familiari, fare pace con il passato
di Sally Kempton
illustrazione di Aimée Sicuro
“Se pensi di essere un animo illuminato, vai a visitare la tua famiglia!”, ecco cosa diceva Ram Dass, mio maestro spirituale negli anni ’70. Le riunioni familiari, in occasione delle feste, possono far ribollire il sangue come uno stufato troppo piccante: vecchi rancori, rivalità, incomprensioni, ne sono a volte gli ingredienti principali. Prova a immaginare la questione sotto una luce differente: il disagio che provi, forse, è dovuto anche all’incontro improvviso con parti di te stesso che pensavi di aver dimenticato. A cui si aggiunge anche l’immagine che i familiari si sono fatti di te nel tempo.
La famiglia vive nel profondo
Una famiglia non è soltanto un insieme di singoli individui uniti dal matrimonio e dai legami d i sangue, è un’entità molto più complessa che vive anche in assenza di rapporti quotidiani. Anche se hai giurato di rimanere impassibile e in “amorevole distacco”, come se fossi un’isola, sarai sempre il ribelle di casa o il bravo ragazzo che si è sempre preso cura di tutti. Tutte le famiglie hanno le loro trappole emozionali, se ti senti vessato da tua madre o sorella, magari reagisci con risentimento automatico a commenti che non volevano essere offensivi. Spesso pensiamo che le persone non siano cambiate rispetto a quando vivevamo insieme a loro, anche se oggi tu stesso sei molto distante da quello che eri. Questa è però una dinamica molto comune. Ti può essere di conforto sapere che anche le persone più illuminate non scappano dalla distorsione dell’immagine familiare. Nell’“Autobiografia di uno Yogi”, Paramahansa Yogananda descrive l’arrivo all’ashram della madre del suo guru, Lahairi Mashaya, che voleva assolutamente farlo scendere dal piedistallo: “io sono sua madre, non un suo discepolo”. Per lei il Guru era sempre il suo bambino e in fondo tutti abbiamo la stessa reazione con i nostri familiari. Nessuno può fare a meno di essere influenzato dal modo in cui i familiari lo percepiscono. Indipendentemente da quanto diverso tu sia dal resto della famiglia, sei nato in questa configurazione di anime e di azioni che ti ha portato qui. Puoi credere o meno nella nozione di karma, e nella reincarnazione delle vite, ma la verità è che le relazioni familiari sono parte di ciò che sei oggi.
Cogli l’opportunità
Se le riunioni di famiglia ti rendono imbarazzato o irrequieto, coglile come un’opportunità per arricchire la tua ricerca interiore. Vivi i familiari come degli insegnanti con cui confrontarti; sono uno specchio e “l’imprinting” delle emozioni dominanti della tua vita: sono la forza, la timidezza, l’autostima nel complesso. Domandati allora cosa possano rivelare, che cosa avete in comune. Sarà un allenamento per vivere in libertà e serenità quei momenti, senza essere condizionato dal peso dei giudizi. Metti da parte le aspettative e i timori e smetti di guardare l’orologio per l’ansia di andartene. Rendi questi incontri un campo di pratica, un esperimento per rendere vivi gli insegnamenti yogici. Ecco alcuni suggerimenti che puoi applicare alle dinamiche familiari. Rifletti e vedi quali possono aiutarti a rendere gli incontri con i tuoi familiari una rivelazione di te.
Offri il tuo sorriso
Considera i membri della famiglia degli ospiti da onorare e servire, come se entrassero nel tuo ashram personale; sii positivo con loro e lo sarai anche con te stesso. Parlaci, sorridi, aiuta, metti tutti a loro agio. Questo nello yoga si chiama Seva, l’azione disinteressata. Il karma yoga è una delle pratiche più importanti per esercitare la compassione e superare le sfide del tuo karma; è un esercizio di ricerca spirituale molto personale. È importante come l’acqua nella vita degli esseri viventi, e come recita la Bhagavad Gita, 3.14 “Le creature viventi si nutrono di cibo, il cibo si nutre di pioggia, e la pioggia è l’acqua della vita che scaturisce da una incondizionata devozione e azione per gli esseri”.
Guarda la bellezza
Esercita osservazione e compassione sulla natura dei tuoi familiari. I loro difetti, rabbie, buone intenzioni: quali sono le motivazioni di fondo? Porgi loro attenzione e domande, dimostrati aperto e curioso e nota come il loro atteggiamento si trasforma davanti a te. Nella pratica dello yoga ci si abitua a fare domande, per andare oltre la superficie e mirare al cuore del punto di vista di una persona o di una situazione.
Osservazione interiore
Nello yoga, la consapevolezza è lo strumento principe per intraprendere un cammino di trasformazione. Che tu ti senta a disagio o meno, annota le tue emozioni: dove si somatizzano? Come cambia il tono di voce? Quali parole usi? Com’è la tua postura? Dove cade il tuo sguardo? Registra tutto, poi ritrai i sensi e osservati; sono tutte indicazioni preziose per la crescita personale. Se ti senti sopraffatto, cerca un luogo dove rilassarti un momento, abbi fiducia che esercitare la consapevolezza è l’azione che dà fondamento all’autostima.
Coltivare il pensiero opposto
Questa pratica suggerita dagli Yoga Sutra, è il fondamento tattico per modificare il tuo atteggiamento cambiando i pensieri negativi, girandoci attorno. Se ti trovi davanti un familiare petulante, prova a pensare che, a modo suo, ha un senso dell’umorismo; se i nipoti sono assordanti, rifletti sull’energia che hanno addosso. Anche se non ci credi completamente, questo esercizio ti renderà più distaccato e sereno.
Intenzioni Positive
Che tu nutra affetto per i tuoi familiari o meno, offri loro delle silenziose benedizioni. Immagina che l a tua presenza possa portare armonia e serenità. La pratica devozionale dello yoga è un’azione molto potente, non sottovalutarla.
Imparare la lezione
È nella natura umana il bisogno di dare un senso agli accadimenti della vita. Ancor più quando sono coinvolti i tuoi familiari. Se la scontrosità di tuo padre ha significato per te un bisogno di autostima o se l’ansia di tua madre è diventata un costante senso d’ irrequietezza, considerali come se fossero maestri zen, che ti hanno posto un quesito da risolvere. Immediatamente, la percezione di negatività tenderà a dissiparsi. Se il significato della relazione è l’apprendimento, nessun incontro sarà mai negativo, ciascuno di loro potrà insegnarti qualcosa. Devi esserne grato. Nella tradizione ebraica c’è un insegnamento per cui gli esseri umani si ritrovano insieme con l’obiettivo di “aggiustare” (tikkun). Le relazioni sono il terreno in cui aggiustiamo ciò che è rotto, non solo all’interno della propria famiglia, ma tra tutti gli esseri umani. Aggiustare non significa diventare migliori amici con tutti. Ma in ogni casa c’è, o c’è stato, dolore, legami irrisolti, inconsapevolezza oltre a gioia e affetto. Ogni generazione ha il potere di riconoscere cosa, in famiglia, necessita di guarigione. A volte, l’intenzione compassionevole e silenziosa, anche di un solo di membro della famiglia, può essere fare la differenza, per spostare lo sguardo verso il futuro.