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Nada Yoga: Il Potere del Suono nella Connessione tra Corpo e Spirito

Scopri il Nada Yoga, l'antica pratica del suono che armonizza corpo, mente e spirito. Storia, principi e metodi per integrare questa disciplina nella tua vita.

Storia e Origini 

Il Nada Yoga ha origini antichissime, strettamente legate alla musica classica indiana e alle tradizioni spirituali del subcontinente.  La Radice verbale “nad”  significa: risuonare. vibrare, cantare o emettere un suonoQuesta radice evoca l’idea di qualcosa che produce un’onda sonora, una vibrazione naturale che si propaga.

Secondo i testi, come l’Hatha Yoga Pradipika, il suono è uno strumento potente per raggiungere stati profondi di consapevolezza. Il capitolo quattro dell’Hatha Yoga Pradipika sottolinea l’importanza dell’Anahata Nada—il “suono non colpito”, suono interiore: LAnahata Nada è percepito durante pratiche di meditazione profonda e non è udibile con l’orecchio fisico, ma “ascoltato” interiormente. Si tratta di una vibrazione sottile che emerge quando la mente è tranquilla e in uno stato di alta concentrazione come elemento centrale per la meditazione e il raggiungimento del samadhi (lo stato di unione con il divino).

Per approfondire:
Leggi la traduzione dell’Hatha Yoga Pradipika su Archive.org.

Nel corso dei secoli, il Nada Yoga è stato tramandato da maestri spirituali, integrandosi con altre discipline yogiche. Maestri come Shiva sono associati alla nascita di questa pratica che collega le vibrazioni naturali del cosmo al corpo umano.


Principi Fondamentali del Nada Yoga

Il Nada Yoga si basa sulla convinzione che l’universo intero sia costituito da vibrazioni sonore. Queste si dividono in due categorie principali:

  1. Ahata Nada: i suoni esterni o udibili, come la musica o la voce.
  2. Anahata Nada: i suoni interiori, percepibili solo attraverso la meditazione profonda.

L’obiettivo del Nada Yoga è sintonizzarsi con queste vibrazioni per unire la mente individuale alla coscienza cosmica.


Come Praticare 

La pratica del Nada Yoga si sviluppa in diverse fasi:

  • Ascolto dei suoni esterni (Bahya)
    Consiste nell’ascolto di canti sacri, musica meditativa o suoni naturali per calmare la mente.
  • Canto dei mantra (Japa)
    La ripetizione di mantra come il “OM” aiuta a creare un’armonia tra le vibrazioni esterne e interne.
  • Ascolto dei suoni interni (Anahata)
    Attraverso una meditazione profonda, si cerca di percepire le vibrazioni sottili dell’essere.

 

Il Suono Non Colpito nella Pratica

  1. Meditazione sul Nada:
    • Durante la meditazione, il praticante si concentra sull’ascolto interiore.
    • Man mano che la mente si calma, i suoni più sottili (Anahata Nada) diventano percepibili.
  2. Obiettivo spirituale:
    • L’ascolto dell’Anahata Nada guida il praticante verso stati elevati di consapevolezza.
    • È una via per trascendere la dualità tra mente e corpo, raggiungendo uno stato di unione spirituale (Samadhi).
  3. Sperimentazione personale:
    • Ogni individuo percepisce il suono in modi diversi, ed è considerato una guida interiore per la crescita spirituale.

 

I Moderni Maestri del Nada Yoga

Nell’era moderna, diversi maestri hanno contribuito a rendere il Nada Yoga accessibile a livello internazionale:

  • Shri Vemu Mukunda: musicista e terapeuta, ha diffuso il Nada Yoga in Occidente con seminari e corsi.
    Video su Shri Vemu Mukunda.
  • Dr. Ananda Balayogi Bhavanani: direttore dell’Ananda Ashram, esperto di Nada Yoga e scrittore di testi sull’argomento.
  • Sangeeta Laura Biagi: fondatrice della Soul Sound Academy, integra le pratiche antiche con approcci moderni.
    Guarda un video di Sangeeta Laura Biagi.

L’Importanza del Nada Yoga Oggi

Il Nada Yoga è molto più di una semplice meditazione sonora: è una via per esplorare le vibrazioni dell’universo e connetterle al nostro essere interiore. Integrando tecniche come l’ascolto attivo, il canto e la percezione delle vibrazioni, questa disciplina aiuta a raggiungere una consapevolezza profonda e uno stato di equilibrio tra corpo, mente e spirito.

Per approfondire, esplora il libro Roots of Yoga” di James Mallinson e Mark Singleton, che analizza testi antichi come l’Hatha Yoga Pradipika.

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