
Meditare sotto un albero
di Emina Cevro Vukovic
Gautama il Buddha, il risvegliato, meditò ed ebbe l’illuminazione sotto un ficus religiosa. Nel tempio di Mahabodhi a Boh Gaya, nello stato del Bihar, vive ancora un discendente di quell’albero ed è sacro a buddhisti, giainisti e induisti, che lì si recano in pellegrinaggio a meditare. Alberi sacri, collegamento tra il Cielo e la Terra, sono presenti in tutte le tradizioni spirituali: il nocciolo nell’antica Irlanda, il frassino nell’Islanda, la betulla nello sciamanesimo siberiano, il pioppo tra i Sioux. Presso i druidi (dru significa quercia, wid vedere), i più degni avevano “la conoscenza della quercia”. Ed oggi sono in molti (scienziati, psicoterapeuti, maestri spirituali) a rivalutare il potere sottile degli alberi. In Francia, in mezzo a una vasta foresta, Patrice Bouchardon, autore di “Le energie positive degli alberi” (Mondadori), conduce i partecipanti ai suoi stages a entrare in contatto con la qualità energetica specifica di ogni albero: la dolcezza della betulla, la fluidità dell’abete, la vitalità del pino, per aumentare la consapevolezza, affinare le percezioni e le intuizioni. A Milano Andrée Bella, filosofa e psicologa, autrice dell’illuminante “Socrate in giardino” (Ponte alle Grazie), tramite l’Associazione Eupsichia conduce passeggiate e soste filosofiche tra gli alberi del Parco Nord, quali pratiche di psico-radicamento capaci di allargare l’anima. E di contrastare lo smarrimento dovuto a quella che il sociologo Zygmunt Bauman chiama la società liquida: instabile, mutevole e spesso spietata.
Nel cammino non sempre facile e lineare della meditazione, gli alberi, come insegna la tradizione buddhista dei monaci della foresta, regalano stabilità, radicamento. Basta lasciarsi ispirare, cercare il “proprio albero” senza cercarlo, farsi attrarre, sedersi quietamente sotto la sua ombra e ascoltarne il messaggio, ognuno speciale.
Ginkgo Biloba: resistente e sapiente
È chiamato fossile vivente, le sue origini risalgono a 250 milioni di anni fa, è stato coltivato per millenni dai monaci cinesi per le sue proprietà terapeutiche. Nell’orto botanico di Padova ne cresce un esemplare maestoso importato in Italia nel 1750. Resistentissimo, il ginkgo sopporta temperature fino a meno 35°. Sedersi a meditare sotto un ginkgo aumenta la concentrazione, la resistenza e allontana le distrazioni.
Castagno: longevo e buono
In Sicilia, sul versante orientale dell’Etna, nel territorio comunale di Sant’Alfio, si trova un castagno millenario; alcuni botanici gli attribuiscono 3-4000 anni, probabilmente è l’essere vivente più vecchio d’Europa. L a sua circonferenza è di 22 metri, l’altezza di circa 25, la circonferenza della chioma di oltre 50 metri. Meditando sotto un castagno ci si sentirà più sereni, si allontanerà la tristezza.
Faggio: dritto e forte
Il suo tronco sale dritto, slanciato, liscio come una colonna fino a 45 metri, il suo portamento suggerisce una forza decisa, il legno duro è quasi inattaccabile dai parassiti. Sedendosi sotto un faggio, quasi per emulazione, la schiena si raddrizza e si entra in contatto con la propria forza interiore capace di risolvere i conflitti con calma e fiducia, si ricupera la sicurezza di se stessi, si supera la paura, la timidezza aprendosi alla percezione della bontà e della bellezza.
Quercia: radicata e generosa
La solida quercia invita a una sosta quieta, sotto la sua chioma ci si sente accolti. Una particolarità di questa pianta generosissima, in grado di nutrire da sola più di 5000 specie, è che attraverso gli innesti radicali nutre gli alberi che non hanno sufficiente nutrimento. La meditazione suggerita dalla quercia è dunque un invito a praticare la generosità, a coltivarla, nella consapevolezza che la felicità individuale è imprescindibilmente collegata alla felicità della collettività.
Tiglio: profumato e benefico
Considerato dagli antichi Greci una pianta sacra ad Afrodite, era il simbolo della femminilità. In Germania è l’albero dell’amore coniugale, un protettore della pace nelle famiglie. Sotto il profumato tiglio è agevole meditare su metta, la gentilezza amorevole verso tutto gli esseri viventi, a cominciare da se stessi.
Palma: bella e spirituale
La palma da dattero è universalmente considerata simbolo di vittoria, di ascensione, rigenerazione e immortalità. Nei Salmi dell’Antico Testamento si legge che: “Il giusto fiorisce come la palma”. Per i Romani era simbolo di vittoria, per i Cristiani indica il martirio, la vittoria spirituale di chi è morto per la fede. La palma può favorire le meditazioni con visualizzazioni.