La scoperta dell’acqua calda
di Nadia Tarantini e Corinna Montana Lampo
L’antico detto “hai scoperto l’acqua calda” non è una presa in giro, ma un’importante verità: il valore dell’acqua calda è una di quelle conoscenze profonde e ancestrali, che tutti dovrebbero avere ben presente.
Dagli usi popolari alle ricerche scientifiche
L’uso terapeutico dell’acqua calda si perde nella notte dei tempi, tanto che le fonti naturali erano ritenute un dono degli dei e i fiumi considerati sacri. Gli Egizi curavano la propria anima con l’acqua. Ippocrate la consigliava ai suoi pazienti a scopo terapeutico. I Greci costruivano templi vicino alle sorgenti. Gli antichi Romani collocavano le terme, con calidarium e tepidarium, in qualsiasi luogo fondassero una città. A introdurre la terapia dell’acqua in Occidente furono la medicina cinese e ayurvedica. Nel XIX secolo, poi, l’abate Kneipp fondò il primo centro idroterapico in Europa. Le fonti termali erano mete ambite di pellegrinaggi, a metà strada fra la rigenerazione del corpo e la salita dell’anima verso livelli più sottili di consapevolezza e pensiero. E ancora oggi, le cure termali vengono prescritte per diverse affezioni, dai malanni dell’apparato respiratorio alle allergie, dai dolori di varia natura (articolari e non) alle tensioni muscolari, dai problemi alla pelle alle gastriti. Le nostre nonne, poi, avevano sempre pronta la boule dell’acqua calda. Rimedio universale, per mal di pancia e stomaco, per crampi improvvisi e dolori articolari, come pure per riscaldarsi in una fredda giornata o per il “freddo al cuore”, da tenere stretta sul petto dopo una delusione amorosa o nei momenti di sconforto. Conoscenze talvolta al confine dei placebo o addirittura delle pratiche magiche, oggi confermate da prestigiosi centri di ricerca scientifica. L’University College di Londra, per esempio, ha voluto testare l’antica sapienza della borsa dell’acqua calda per curare crampi, coliche e mal di pancia. I ricercatori hanno sintetizzato proteine che agiscono come recettori del calore e del dolore. Dopo una lunga ricerca hanno concluso che: sì, la nonna aveva ragione. La borsa dell’acqua calda funziona davvero. «È stata impiegata una particolare tecnica genetica – spiega il fisiologo Brian King – osservando come le proteinerecettori reagiscono a livello molecolare. Ora si stanno ampliando le ricerche, per arrivare a produrre farmaci che blocchino i recettori del dolore nel modo più soft possibile, proprio come fa l’acqua calda, ma che siano efficaci a lungo termine. Nel frattempo, il consiglio è: se il male è sopportabile, invece di trangugiare pastiglie, riempite una borsa d’acqua calda e mettetevi a letto». Anche l’Università di Written/Herdecke, in Germania, sta conducendo una sperimentazione sugli effetti dell’acqua calda su ogni tipo di dolore. L’Università tedesca ha una cattedra di Medicina Complementare e vanta un’esperienza pluriennale nell’insegnamento della Medicina Tradizionale Cinese, promuovendo corsi di formazione in Agopuntura e Farmacologia Cinese.
Sul corpo
Bagni, docce e impacchi con acqua calda (ma anche fredda in certi casi) hanno fatto parte fin dall’antichità di rimedi e terapie per preservare la salute e curare malattie e sintomi diversi (vedi Benefici). Gli usi dell’acqua sono vari, dagli impacchi (con panni imbevuti di sola acqua o cataplasmi con semi di lino e altro) alle lavande vaginali, dalle frizioni (sfregamenti del corpo con un panno impregnato di acqua calda alternata a fredda) ai gargarismi. L’acqua si può addirittura inoculare nell’intestino, con i clisteri o nelle pratiche di idrocolon-terapia, le cui prime tracce datano 1500 a.C. (nel documento egizio d’Ebers Papyrus), consigliata dal medico Galeno nel II secolo d.C., per togliere l’infiammazione e ristabilire la eubiosi intestinale (flora batterica normale). L’acqua calda è dav vero importante per noi, se pensiamo che nei primi nove mesi di vita siamo nell’accogliente grembo materno, dove “sguazziamo” dentro il calore del liquido amniotico. Un caldo protettivo, la cui fluida barriera ci ripara da rumori troppo forti, scosse e traumi. Un’esperienza riprodotta, per così dire, nella balneoterapia, che consiste in bagni in acque minerali terapeuticamente attive, dove l’azione termica-meccanica dell’acqua calda è associata alle sue proprietà fisico-terapeutiche. Le ba lneazioni av vengono con immersione parziale o completa (tranne la testa), in apposite vasche o piscine a una temperatura di 35-38 °C per circa 10-15 minuti, a cui segue un momento di riposo di circa mezz’ora, comodamente distesi su un lettino av volti da coper te. Viene usata per curare dolori, per patologie dell’apparato locomotore e circolatorio e per la ripresa dopo gravi traumi o interventi chirurgici. Si può eseguire un ciclo di 10- 15 bagni, una volta al giorno a digiuno. È praticabile negli stabilimenti termali ed è consigliata una o due volte l’anno, preferibilmente in autunno e in primavera. La balneoterapia può essere praticata in differenti modi a seconda delle esigenze specifiche: idromassaggio, ginnastica vascolare (immersione di uno o più arti in acqua calda e fredda) e docce (calde o fredde, a getto o filiforme). Dal potere vasodilatatorio, il bagno caldo è consigliato con prudenza a chi soffre di fragilità capillare o vene varicose e può essere addirittura pericoloso per chi soffre di cuore o ha pressione alta. È dunque bene sempre sottoporsi al consiglio di un medico.
Da bere
Ma soprattutto l’acqua calda si beve: questa è la vera “novità/non-novità”. Che l’acqua sia vitale per l’uomo è risaputo, infatti possiamo rimanere senza mangiare quelche giorno, ma non possiamo privarci dell’acqua da bere. E quella calda fa ancora più bene, perché disintossica l’organismo e purifica anche la mente. La sua natura terapeutica è stata “scoperta” dal medico iraniano Fereydoon Batmanghelidj. Rinchiuso in un carcere del suo Paese per motivi politici, disperato perché le autorità non gli davano alcun mezzo per curare i suoi compagni di cella affetti da gastriti, coliti e disturbi cardio-respiratori, cominciò a sommistrare loro acqua, nient ’altro che acqua pura, assistendo, quasi oltre le aspettative, a sorprendenti guarigioni. Batmanghelidj ha poi dedicato la sua vita allo studio dell’acqua e ai benefici che essa può apportare alla salute. Ha scritto anche un libro “Il tuo corpo implora acqua” (vedi box Da leggere), una sorta di vademecum relativo alla quantità di acqua che dovremmo assumere ogni giorno, ai segnali del nostro corpo relativi alla sua disidratazione, al perché l’acqua non può essere sostituita da nessun altra bevanda, che sia caffè, the, tisana o altro. Batmanghelidj ha approntato un vero e proprio sistema di guarigione-risanamento di benessere basato sull’acqua, fondato sulla scoperta per cui la causa di molte malattie risiede nella disidratazione del corpo. Secondo Fereydoon Batmanghelidj, la quantità di acqua che assumiamo, e la sua qualità, può essere decisiva nella prevenzione e nella cura di moltissime malattie. Altri ricercatori hanno individuato nella scarsa ossigenazione dovuta alla poca acqua ingerita la ragione di base del cancro o di altre patologie. Partendo dalle ricerche del medico iraniano, anche Marcella Brizzi, medico naturopata di Bologna, presidente del Centro Studi TING Spazzavento (newting.org), ha messo a punto un moderno protocollo di “scoperta dell’acqua calda”. Associando alla scoperta di Batmanghelidj le conoscenze delle medicine tradizionali Cinese e Ayurvedica, e i consigli delle nonne, raccomanda di bere mezzo litro d’acqua calda almeno tre volte al giorno, mezz’ora prima di ogni pasto e due ore e mezza dopo il pasto precedente. Suggerisce anche di comprare un thermos e portarlo con sé durante le giornate che si passano fuori casa. «Gli scambi cellulari – spiega l’esperta – sono liquidi e l’acqua calda, da sola, bevuta prima di qualsiasi sostanza che dia luogo a metabolismo e digestione, depura e cura diversi disturbi. E, soprattutto, è necessario bere in condizioni di stress. Più siamo stanchi e stressati, più ci disidratiamo e più si abbassa la soglia del dolore, il dolore genera paura, ansia, tensione, contrazione e nuovamente stress». Un circolo maligno nel quale, spesso, rimaniamo impigliati in sensi di colpa e auto-svalorizzazioni, che ci fanno spingere ancora di più l’acceleratore su obiettivi e prestazioni. La naturopata, inoltre, consiglia di “cuocere” l’acqua (come insegna la medicina Ayurveda) lasciandola bollire per una decina di minuti e poi farla decantare per altri cinque, in modo che depositi calcare e altre non gradite impurità. Quel che è certo, è che l’acqua calda (o tiepida, se non ci riesce di berla calda), di prima mattina, a digiuno, produce abbondante diuresi, stimola l’evacuazione e placa bruciori di stomaco da eccessive libagioni della sera precedente, ma non solo, schiarisce persino i pensieri rendendo la mente più serena. I primi giorni di questa singolare dieta potreste sentire il vostro corpo come una lavatrice in fase di risciacquo.
Benefici
- Reumatismi articolari e muscolari, sciatica
- Ansia, stress e sovrappeso
- Congestioni nasali e polmonari
- Problemi gastro-enterici
- Circolazione sanguigna
- Muscoli affaticati
- Problemi alla pelle
- Gonfiori e infiammazioni