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Equanimità e Mindfulness, come sostenere chi amiamo

La pratica di equanimità e mindfulness aiuta a sostenere chi amiamo nella sofferenza, offrendo cura senza sovraccaricarci. Una guida per l’empatia bilanciata.

di Maria Beatrice Toro

La pratica  di equanimità  del vivere insegna che la sofferenza è una parte integrante della nostra condizione umana; cercare di sfuggirla è un tentativo vano. Meglio accogliere, permettere e consolare con amore. È normale non sentirsi sempre “ok”. Equanimità (Upekkha): è uno stato di equilibrio mentale che permette di restare stabili e centrati di fronte a tutte le esperienze, siano esse piacevoli, spiacevoli o neutre. L’equanimità è l’abilità di accettare gli alti e bassi della vita con un senso di distacco non indifferente, bensì compassionevole. Non significa rimanere “freddi”, ma sviluppare una stabilità emotiva che non si lascia sconvolgere dalle circostanze.


  • Pratiche Interpersonali e Compassione Equilibrata

Nelle pratiche interpersonali impariamo a estendere questo atteggiamento anche verso gli altri: si empatizza invece di criticare, si risponde con sensibilità anziché indifferenza. Tuttavia, la compassione può risultare faticosa, poiché con l’aumento della sensibilità possiamo entrare in risonanza con il dolore altrui. Ti è mai capitato di sentirti sopraffatto?

 Bilanciare l’Empatia con l’Equanimità

Quando ci sentiamo incapaci di alleviare la sofferenza altrui, possiamo trovare una via per ridurre un’eccessiva empatia e il desiderio di “salvare”. Questa via è l’equanimità, una chiarezza mentale che ci permette di comprendere che ogni persona ha la propria storia, sfide e percorsi. Accettare ciò aiuta a mantenere un equilibrio. Realizzare che non possiamo liberare gli altri dalle loro difficoltà aiuta anche le persone che amiamo, che si sentiranno più a loro agio nel condividere con noi le loro esperienze, sapendo che possiamo reggere il loro dolore.


  •  Pratica

Ecco una breve pratica per sviluppare equanimità verso chi amiamo.

Siediti comodo e porta alla mente l’immagine di una persona cara che ha bisogno di te.

Evochiamo un sentimento di cura, augurando a questa persona che possa essere felice nonostante la sofferenza. Ripetiamo mentalmente:

  • “Che tu possa essere felice.”
  • “Che tu possa non incontrare sofferenza fisica e mentale oggi.”
  • “E se dovessi incontrarla, che tu possa prenderti cura di te stesso con saggezza e benevolenza.”

Aggiungiamo poi:

  • “Mi prenderò cura di te, anche se tu hai il tuo cammino.”
  • “Mi prenderò cura di te, nonostante tu possa continuare a soffrire. Lo accetto.”
  • “Mi prenderò cura di te, ma il cammino è il tuo.”

  • Accettazione e Rispetto per il Percorso di Chi Amiamo

Non è cinismo, ma consapevolezza: talvolta dobbiamo avere il coraggio di permettere a chi amiamo di essere sé stesso,  non affrontare il giudizio e di altri, affrontando i propri sentimenti e sfide. L’equanimità verso gli altri rappresenta una forma di rispetto profondo, basata sulla verità che nessuno può intraprendere il percorso di crescita personale per un altro.

 

  • Stimolare l’Equanimità nelle Esperienze Quotidiane

Incorporare piccole esperienze di equanimità nella vita di tutti i giorni è un modo efficace per allenare la nostra capacità di mantenere un atteggiamento bilanciato e compassionevole anche nelle situazioni più comuni.

Inizia con piccoli esercizi:

La prossima volta che ti trovi in una situazione stressante – come in una lunga fila o nel traffico – prova a osservare la tua reazione senza giudicarla e lascia andare il desiderio di “risolvere” subito.

 

Pema Chödrön: “La compassione non è una relazione tra guaritore e ferito. È una relazione tra eguali. Solo conoscendo la nostra oscurità possiamo stare con l’oscurità degli altri.”

 

Fai un respiro profondo e ricorda che ogni persona intorno a te vive la propria esperienza, affrontando le proprie sfide. Questo piccolo atto di consapevolezza ti aiuta a rafforzarti. Anche quando ti confronti con chi è in difficoltà, prova a offrire sostegno senza sentirti obbligato a risolvere la situazione: mantenere una presenza gentile, senza prendere sulle spalle le emozioni dell’altro, è già un potente segno di empatia equilibrata.

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