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Detox ayurvedico

di Cristiana Ceci

 

Tutti lo sappiamo peresperienza, l’Ayurvedalosa da sempre, per saggezza (e scienza) ancestrale: l’inizio della primavera è un periodo meraviglioso. Torna la luce, le temperature si alzano poco a poco, la natura riprende ritmo. È però anche un momento piuttosto insidioso per la salute. Ci si sente stanchi, indolenti, vulnerabili, inclini a raffreddori e malattie dell’apparato respiratorio. L’India ci dice che questo stato di difficile risveglio dipende da uno squilibrio dei dosha (i costituenti corporei), tipico dei passaggi di stagione. A marzo, in particolare, la condizione psicofisica risente di un eccesso di kapha accumulato d’inverno. Per eliminare questo surplus, l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale. Ecco le regole del detox ayurvedico.

 

Sapori sì, sapori no

In questo momento dell’anno l’eccesso di Kapha inizia a sciogliersi e fluidificarsi, indebolendo il metabolismo e creando nel corpo umidità, muco, sostanze di rifiuto. Starnutiamo, ci raffreddiamo, percepiamo pesantezza e sonnolenza. Le qualità di questo dosha sono freddo, pesante, denso, a livello di sapori dolce, acido e sa lato. «Per contrastarli, quindi, bisogna orientarsi verso l’esatto contrario», spiega Simona Vignali, fondatrice della SIMA (Scuola Integrata Moderna di Ayurveda), direttrice dello Spazio Solo Salute a Milano dove si esegue il Panchakarma occidentale con idrocolonterapia per la pulizia totale dell’intestino (www.spaziosolosalute.it). «L’arrivo della primavera – dice – è il momento ideale per la depurazione e la rigenerazione di tutto l’organismo. Bisogna iniziare a ridurre gli alimenti dolci, acidi e salati e gradualmente introdurre quelli piccanti, amari e astringenti. Latte di riso o di soia, al posto di quello vaccino». Buona regola è mangiare di meno, innanzitutto, e abbassare drasticamente il consumo di sale. Evitare i cibi dolci, grassi, pesanti, in particolare carboidrati raffinati, latticini, formaggi. I sapori più adatti sono invece il piccante, l’amaro e l’astringente.

 

Il piatto verde

Dove troviamo questi sapori curativi? In semplici alimenti quotidiani, da scegliere di ottima qualità e possibilmente biologici. Partendo da frutta e verdura, una panacea sempre e ora ancora di più. «Ideali sono le verdure amare come radicchio, rucola, indivia, tarassaco e cavoli – riprende Vignali – non adatti pomodori, cetrioli, patate dolci e zucchine». Una passeggiata all’aperto può essere l’occasione per una “spesa tutta natura”, raccogliendo le cicorie selvatiche che crescono spontanee nei campi. Asparagi, ravanelli e sedano completano il bouquet amaro-disintossicante. Tutte queste verdure si possono consumare cotte o crude, in insalata, zuppe, minestre, combinandole fra di loro. Per aggiungere valore proteico, un buon abbinamento è con certi legumi, in particolare fagioli, lenticchie, soia. Nella categoria delle piante amare rientra anche il rabarbaro, delizioso per preparare dessert poco dolci, confetture e composte. Ottimo approfittare anche dei germogli freschi, visto che questo è il momento propizio dell’anno: di girasole, alfa-alfa, riso e orzo i più indicati. Per la frutta, «ridurre quella pesante come banane o castagne – prosegue Vignali – o acida come arance e kiwi. Man mano che diventano disponibili, mangiare ciliegie, mirtilli, fragole e altri frutti di bosco (sapore astringente), e frutta secca come uvetta e prugne; ridurre invece noci e arachidi. Fra i cereali, favorire orzo, grano saraceno, mais, segale e miglio e usare al minimo grano e riso».

 

Cuocere e condire

detox ayurvedico_3«Via il burro, ma ridimensionare anche l’uso degli oli – consiglia Vignali – utilizzando principalmente olio di mais, cartamo, girasole e soia. Per dolcificare, evitare gli zuccheri e optare per miele integrale raccolto da almeno 6 mesi. Ai fornelli, preferire le cotture che mantengono i cibi leggeri, asciutti e caldi. Consumare le pietanze appena cucinate e ove possibile evitare avanzi e cibi surgelati. Fare tostare i cereali prima di cuocerli in modo che assorbano l’acqua di cottura senza rimanere in ammollo. Saltare la pasta per 2 minuti prima di servirla e mangiarla». L’uso delle spezie è altamente raccomandato dalla cucina ayurvedica, e in questo periodo dell’anno vanno privilegiate quelle piccanti come zenzero, curcuma, pepe nero, chiodi di garofano e cardamomo. Aggiungetele il più possibile a ogni piatto, il loro plus di gusto vi aiuterà a non sentire la mancanza del sale, in questo periodo dell’anno tanto più deleterio. «Oppure utilizzatele per preparare tisane piccanti – conclude l’esperta – con un po’ di pepe e infuso di zenzero, da alternare a tisane amare depurative con cardo, genziana, tarassaco. Ma ricordate che la prima bevanda è l’acqua calda, da bere anche durante i pasti. All’inizio sembra strano poi ci si abitua e diventa piacevolissima. E chi proprio non vuole rinunciare al latte di mucca, deve scaldarlo e aggiungere un po’ di curcuma e zenzero per ridurre le aggravanti delle qualità kapha».

 

Da bere

Acqua di zenzero: fai bollire la radice fresca a fettine 4-5 minuti; trasferisci in thermos e bevi calda, lontano dai pasti, se vuoi con cannella in polvere.

Decotto e tisana di tarassaco: fai bollire una manciata di radici triturate 15 minuti, filtra e dolcifica con miele; per la tisana, fai bollire acqua con tarassaco e liquirizia, poi lascia riposare 20 minuti e filtra. Da consumare calde e lontano dai pasti.

Infuso di cardamomo: 5-6 frutti in infusione in una tazza di acqua bollente per 1/4 d’ora. Dopo i pasti.

Aloe vera: pura al 100% (senza alcol e dolcificanti) e stabilizzata. Da unire, nella dose di 2 cucchiai al giorno, ad acqua tiepida, eventualmente con l’aggiunta di una punta di miele integrale. Si può anche mescolare a una tisana ottenuta lasciando in infusione per 1/4 d’ora, a scelta secondo gusto, cardamomo, curcuma, chiodi di garofano e zenzero.

 

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Da leggere

Manuale moderno librocucina ayurvedica libroSimona Vignali, Manuale moderno di Ayurveda, RED edizioni, € 24,90

 

 

Amadea Morningstar, Urmila Desai, La cucina ayurvedica, Il Punto d’Incontro, € 16,90

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