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Cancro, il cibo che cura

di Rita Bertazzoni

 

La relazione tra cibo e salute è, dunque, riconosciuta da sempre. L’Ayurveda o la Medicina Tradizionale Cinese, come i primi dottori egizi e sumeri, hanno lasciato memoria di una farmacia fatta di alimenti in grado di curare e soprattutto eludere le patologie, anche le più gravi. E ancora oggi, in base alle costituzioni individuali, suggeriscono o escludono determinati cibi per incidere fortemente sul benessere psicofisico. Non fa eccezione la nostra tradizione medica: pensiamo a Ippocrate che sintetizzò “Lasciate che il cibo sia la vostra medicina e la vostra medicina sia il cibo”.

Eppure sono ancora pochi i medici occidentali che reputano fondamentale l’alimentazione nella prevenzione e nel percorso terapeutico verso la guarigione. Soprattutto se si tratta di malati oncologici. Per contro, è ormai universalmente riconosciuto, in ambito scientifico, che un tumore su tre è riconducibile a cattive abitudini alimentari, in particolare a una carenza di prodotti vegetali e a un eccesso di grassi animali e derivati caseari. I massimi esperti di oncologia, dunque, affermano che il primo passo per prevenire i tumori si compie a tavola. E il primo alleato (o nemico) nei malati oncologici è proprio il cibo.

 

La ricerca è fondamentale

Il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro (WCRF, World Cancer Research Found, wcrf.org), che si occupa di promuovere la prevenzione primaria dei tumori attraverso lo studio e la divulgazione delle loro cause, nel 2007 ha concluso un’opera ciclopica di revisione di tutti gli studi scientifici sul rapporto fra alimentazione e tumori e ha stilato “10 regole d’oro” per prevenire la malattia o evitare recidive.

Mangiare moderatamente e bene assicura una vita longeva e ritarda le malattie. Ne è convinto Franco Berrino, fra i massimi esperti in materia, direttore del Dipartimento di Medicina Preventiva e Predittiva dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. «Il tumore – spiega – nasce dalla mutazione genetica di una cellula danneggiata nel DNA da cause interne o esterne, come virus, radiazioni, radicali liberi o sostanze cancerogene contenute negli alimenti (come le aflatossine presenti in cereali e legumi malconservati o le nitrosamine che si sviluppano nella cottura della carne). Ma l’insorgere di un cancro clinicamente rilevabile è un processo lento, che dura anni e decenni, durante i quali le cellule trasformate riescono poco a poco a eludere le difese dell’organismo, programmato per il suicidio delle cellule danneggiate (apoptosi), e a invadere i tessuti circostanti, attraverso una nuova rete di vasi sanguigni (angiogenesi) che garantisce nutrimento e ossigeno.»

 

Le 10 regole d’oro WCRF

1) mantenersi sempre snelli

2) attività fisica tutti i giorni

3) limitare il consumo di cibi a elevato contenuto calorico e bevande zuccherate

4) basare la propria alimentazione prevalentemente su vegetali

5) limitare il consumo di carni rosse (evitare le conservate)

6) limitare il consumo di bevande alcoliche e non fare uso di tabacco

7) limitare il consumo di sale e cibi conservati. Evitare cibi contaminati da muffe (cereali e legumi vanno conservati in ambienti freschi e asciutti)

8) assicurarsi un apporto sufficiente dei nutrienti con il cibo. No agli integratori

9) allattare i bambini al seno per almeno sei mesi

10) le raccomandazioni per la prevenzione alimentare del cancro valgono per anche per chi si è già ammalato

 

Le giuste raccomandazioni

Tutto ciò avviene in particolari condizioni favorevoli alla proliferazione cellulare con equilibrio metabolico alterato: alti livelli di insulina e glicemia, con conseguente infiammazione cronica. Ci sono cibi che favoriscono questo ambiente: zuccheri (le cellule tumorali sono avide di glucosio), farine e cereali raffinati, patate e riso bianco, prodotti industriali, oli raffinati estratti chimicamente dai semi e proteine animali (carne e latticini). Al contrario, un’alimentazione in prevalenza vegetale sfavorisce la proliferazione tumorale, tenendo sotto controllo i picchi glicemici e l’infiammazione.

 

Alimenti anticancro

Tutti gli studi e le ricerche cliniche, che hanno coinvolto dagli anni Settanta a oggi migliaia di persone, dimostrano che un consumo cospicuo e regolare di alimenti vegetali (verdura, frutta, spezie) riduce drasticamente il rischio di contrarre tumori. Merito di vitamine, sali minerali e sostanze antiossidanti, ma soprattutto dell’eccezionale contenuto di composti fitochimici, molecole che le piante producono per difendersi dalle aggressioni esterne (infezioni, insetti, microrganismi) e che svolgono un ruolo protettivo (antibatterico, antifungino e antisettico) nei confronti della pianta stessa, ma anche dei nostri sistemi di difesa. Queste molecole sono potenti anti-tumorali con capacità di inibire la riproduzione delle cellule mutanti e lo sviluppo di nuovi vasi sanguigni.

 

Microsostanze buone

Ne illustra le proprietà Paolo Bellingeri, esperto di nutrizione in oncologia e membro dell’associazione Cibo è Salute: «Grazie agli “alicamenti”, la dieta anticancro non serve solo per impedire l’insorgenza del tumore (prevenzione primaria), ma anche per curare chi è ammalato, sostenerlo durante le cure oncologiche, riducendo gli effetti collaterali di chemio, radio e ormonoterapia, e favorire il suo recupero, diminuendo drasticamente il rischio di recidive o metastasi. Un metodo naturale che non sostituisce le terapie convenzionali, ma le supporta per assicurare all’organismo l’apporto costante di nutrienti antitumorali senza effetti tossici».

 

Gli “Alicamenti”: alimenti anticancro

Crucifere (broccoli, cavolfiore etc.)

Liliacee (aglio, asparagi, cipolla etc.)

Semi oleosi (mandorle, noci, lino etc.)

Spezie e aromi (curcuma, erbe etc.)

Alghe marine (kombu, wakame etc.)

Funghi (champignon, giapponesi etc.)

Soia (nelle sue varianti)

Pomodoro (preferibilmente cotto)

Frutti di bosco (fragole, mirtilli etc.)

Agrumi (limone, pompelmo, arance etc.)

Tè verde (cinese e giapponese)

Vino rosso (un bicchiere al giorno)

Cioccolato (fondente almeno al 70%)

 

Il Metodo Kousmine

Un discorso a parte merita il metodo Kousmine, un sistema alimentare ideato per prevenzione e cura di malattie autoimmuni e tumori. Il metodo elaborato in lunghi anni di ricerca da Catherine Kousmine (1904-1992) è convalidato da recenti scoperte scientifiche. Si basa su pilastri fondamentali: alimentazione, igiene intestinale (enteroclismi), controllo dell’acidosi (ph delle urine), integratori (da assumere con il cibo, come concentrati di frutta e verdura). A questi si aggiungono un’attività fisica regolare (mezz’ora di camminata veloce al dì) e la serenità psicologica (con yoga, meditazione, training autogeno, respirazione consapevole). I medici dell’associazione Cibo è Salute (kousmine.eu), nel rispetto del metodo Kousmine e delle linee guida WCRF, suggeriscono di iniziare la giornata con la crema Budwig: una macedonia o frullato di frutta di stagione con yogurt o proteine simili, succo di limone, semi oleosi e cereali integrali macinati al momento. Questa colazione facilita la motilità intestinale, garantisce oli essenziali polinsaturi, zuccheri lenti, antiossidanti e proteine nobili. Il pranzo e la cena si aprono con un’insalata di verdure crude di stagione, il piatto successivo è composto per un terzo di proteine, un terzo di cereali integrali e un terzo di verdure cotte. Da variare, abbinando cereali integrali e legumi.

 

Progetto DIANA

Coordinato da Franco Berrino dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, il Progetto DIANA dal 1995 studia le relazioni tra alimentazione e tumore al seno. Ha coinvolto oltre 2mila donne in Italia con risultati che resi noti in completezza nel 2015. Lo studio ha evidenziato che, modificando le scelte alimentari, si possono ridurre i fattori di rischio del tumore al seno e delle recidive perché diminuiscono i livelli di ormoni e i fattori che promuovono lo sviluppo del cancro. Grazie alla dieta, si alleviano gli effetti collaterali delle terapie oncologiche aumentandone l’efficacia. Berrino, ogni primo mercoledì del mese, tiene una lezione sulla prevenzione a tavola, presso l’Istituto dei Tumori di Milano.

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