Antroposofia: che cos’è?
di Roberta Leggiero
Foto Giorgio Majno
«L’antroposofia chiede al medico di “autoeducarsi” fino a sviluppare alcune facoltà percettive necessarie per approfondire la ricerca scientifica – spiega Sergio Maria Francardo, medico antroposofico – Così come il cardiologo affina l’udito, il chirurgo il tatto e il radiologo la vista, il medico antroposofico affina le sue facoltà utili a percepire alcuni processi vitali propri di ogni organismo. Quelle componenti psichiche e spirituali che integrandosi con il corpo fisico, formano un tutt’uno armonico ». Questo è l’approccio olistico dell’antroposofica. Essa non si sostituisce alla medicina convenzionale, ma ne dà un’interpretazione più allargata, dove la malattia si manifesta con caratteristiche sempre individuali.
Dalle origini
Messa a punto da Rudolf Steiner (1861-1925), filosofo e scienziato austriaco, l’antroposofia vuole ampliare gli orizzonti della medicina convenzionale fino a estendere la conoscenza dell’uomo alla sua parte sovrasensibile. Il termine “antroposofia” deriva dal greco antico anthropos (uomo) e sophia (conoscenza). Così, oltrepassando i confini del corpo fisico, la parte più materiale, Steiner teorizza anche l’esistenza di un corpo definito “eterico” composto da quell’energia vitale che dà forma alla vita dell’organismo e che nella cultura indiana corrisponde al prana; di un corpo “astrale” che pervade di anima l’uomo e di cui sono espressione sentimenti ed emozioni. Infine, dell’Io, lo spirito, l’elemento che contraddistingue ogni persona, il nucleo dell’individualità e la parte nella quale risiedono autodeterminazione, coscienza e potenzialità di evoluzione interiore. Ed è il perfetto equilibrio tra tutte le quattro parti (corpo fisico, corpo eterico, corpo astrale e Io) che costituiscono l’individuo e a determinarne salute e benessere. Al contrario, lo squilibrio porta alla malattia. Ogni persona possiede un’innata forza di autoguarigione che risiede nel corpo eterico: durante il sonno, per esempio, è il corpo eterico a rigenerare quello fisico. Mentre per curare il corpo astrale e l’anima la terapia antroposofica ricorre all’arte nelle sue diverse forme (musica, pittura e teatro). Sì perché contro i vari disturbi occorre agire su più fronti, ma è innanzitutto necessario ipotizzare la causa di ogni disagio anche a livello dell’Io spirituale. Un’intuizione che ha dato il via a una vera e propria medicina antroposofica o scienza dello spirito. Un approccio terapeutico che cura i disturbi, ma sostiene anche la salute e si rivolge all’uomo come unione di corpo, anima e spirito.
Il primo step: la biografia del paziente
Eventi presenti o passati, abitudini quotidiane, scelte importanti. Ogni accadimento può lasciare un segno tangibile nella propria vita fino a determinare o influenzare, più o meno positivamente, il decorso di una malattia. Tutto poi rimane “scritto” nella biografia del paziente ed è proprio quest’ultima ad aiutare il medico a personalizzare il trattamento. «Ricostruire insieme con un medico antroposofo i passi della propria vita è un’occasione unica – spiega Francardo – Ogni malattia, infatti, offre uno spunto di riflessione e la possibilità di capire l’importanza e il significato più profondo di alcuni eventi vissuti nel tempo. Così, un qualsiasi disturbo può dare il via a un processo di trasformazione e crescita personale». L’attenzione verso la storia del paziente è perciò fondamentale e la visita inizia sempre con un colloquio attraverso il quale il medico cerca di cogliere l’aspetto più intimo che lega ogni malato al suo disagio.
Verso la guarigione
Per curare i pazienti in modo antroposofico, sono stati individuati nuovi farmaci: rimedi naturali che rispecchiano la filosofia steineriana. Ma quali ingredienti scegliere per mettere a punto una terapia per l’anima? «Le medicine antroposofiche sono a base di minerali, piante ed estratti del regno animale. Tutti elementi in grado di stabilire un particolare rapporto con le parti costitutive dell’uomo. La natura, infatti, può essere studiata e conosciuta nello stesso modo in cui si studia e si conosce l’uomo: il corpo fisico è retto dalle stesse leggi del mondo minerale, quello eterico, invece, è presente anche nel regno vegetale, mentre il corpo astrale, appartiene anche al regno animale. A ogni malato manca qualcosa di specifico per tornare a sentirsi sano e in un rapporto armonico con l’ambiente. L’efficacia del rimedio dipende sia dai suoi principi attivi sia da particolari condizioni, come quelle di crescita e coltura di una pianta e, infine, dai metodi di preparazione farmaceutica. La soluzione così identificata potrà curare un disturbo sul piano fisico e spirituale. La cura del paziente, poi, può richiedere il ricorso a medicine convenzionali (come l’insulina in caso di diabete) oppure omeopatiche. Inoltre, il trattamento prevede colloqui individuali e terapie mirate come quelle artistiche. L’euritmia terapeutica, per esempio, ovvero l’arte del movimento, definita da Steiner come “parola e canto visibili” poiché utilizza il movimento per esprimere parole, suoni e musica. Una disciplina che combatte malattie dell’apparato locomotore, come la scoliosi, e disturbi che colpiscono vista, udito o linguaggio e che ha dato ottimi risultati nel trattamento di bambini disabili. «Tutte soluzioni importanti – prosegue il medico – quanto gocce, iniezioni o pillole».
Il rimedio giusto
Gli estratti naturali, dopo una particolare lavorazione farmaceutica, possono essere somministrati per via orale (sciroppi, gocce, compresse e granuli), per applicazione esterna (pomate, impacchi e lozioni) o, per iniezione. Ogni medicinale agisce sull’organismo, che è il risultato dell’interazione dinamica di 3 poli: il sistema “neurosensoriale” che comprende la testa e il sistema nervoso in generale e include anche il pensiero razionale; il sistema del “ricambio e delle membra” che include il metabolismo e l’apparato locomotore (muscoli, ossa, articolazioni) e che coinvolge l’aspetto della volontà; il sistema “ritmico” così chiamato per l’attività ritmica di cuore e polmoni (respirazione e circolazione sanguigna), organi che sono sede anche dei sentimenti e quindi della vita emotiva. Infine, per individuare la soluzione corretta, il medico prende in esame anche la sostanza base di ogni medicina e il metodo di somministrazione. «Per agire sul sistema neurosensoriale, per esempio, si ricorre a un farmaco applicato per via esterna e, se si usa una pianta, si sceglie la radice – spiega Sergio Maria Francardo – Per lavorare sul sistema del ricambio e delle membra, invece, si ricorre a un antidoto assunto per via orale e si prediligono fiori e frutti. Giovano, quindi, una dieta mirata e un approccio sano al movimento. Per influire sul sistema ritmico, infine, si predilige un rimedio per via iniettiva e a parti della pianta come foglie e fusto. Ottima a tal proposito la terapia artistica a base di discipline utili per ripristinare il giusto ritmo nel tumulto delle emozioni. Il risultato finale è una cura complessa e articolata. Questa scienza, infatti, attraverso un incontro profondo e un’analisi attenta di ogni paziente, mira a migliorarne sia la salute sia la qualità di vita. «Così – conclude l’esperto – anche la dolcezza dell’azione dei farmaci antroposofici scompare e si inaridisce se manca da parte del medico il culto e l’amore per ogni essere umano».
A CHI RIVOLGERSI
Società Italiana di Medicina Antroposofica (SIMA), Milano, tel. 02/2892900; www.medicinaantroposofica.it
Casa di Salute Raphael (TN) tel. 0461/772000; www.casaraphael.com
Artemedica (Milano) tel. 02/6711621, www.artemedica.it