PraticaYoga per la Respirazione
Kumbhaka, a corpo pieno
A cura di Bice Mattioli
La respirazione polmonare yogica, che attiva i meccanismi muscolari e nervosi che intervengono nella respirazione, prevede 4 fasi: Rechaka (espirazione), Kumbhaka (ritenzione a vuoto), Puraka (inspirazione), Kumbhaka (ritenzione a polmoni pieni).
Le ritenzioni del respiro, che sono le più importanti per un praticante yoga, stimolano la respirazione cellulare e intensificano gli scambi di energia in tutto il corpo, se vengono eseguite secondo le indicazioni che seguono.
- La colonna vertebrale è sana e flessibile (non a caso negli Yoga Sutra di Patañjali gli asana sono posti prima del Pranayama). Gli asana distendono la muscolatura, aprono i capillari e permettono all’energia di espandersi nell’organismo.
- La posizione della colonna vertebrale è verticale e il bacino leggermente inclinato in avanti.
- In ritenzione del respiro, praticare il Mula Bandha, contraendo e facendo salire l’ano, per portare l’energia verso l’alto attraverso tutte le vertebre della colonna
- Praticare a digiuno.
- Praticare progressivamente nel tempo, meglio dopo gli asana.
- L’errore più comune è quello di gonfiarsi, pensando di trattenere l’aria nei polmoni. Il prana deve sentirsi in tutto il corpo dai piedi alla sommità del capo. È bene far precedere le ritenzioni di respiro da respirazioni profonde o Kapalabhati (che abbiamo visto il numero scorso), che comportano una espulsione dinamica di anidride carbonica, e devono essere seguite da una ritenzione per ristabilire un equilibrio di ossigeno nell’organismo.
- In ritenzione completa il cuore rallenta il battito, la circolazione sanguigna pulsa ritmicamente sul torace. Quando sopravviene la necessità di espirare, inalate un ultimo sorso di aria prima dell’espirazione.
- L’espirazione deve essere lenta e tranquilla, completa contraendo i muscoli intercostali e addominali. Evitare di bloccare o rilasciare il respiro improvvisamente, se questo avviene vuol dire che siete andati oltre le vostre possibilità.