Fatti amico il Tempo
di Bo Forbes
illustrazioni di Philippe Lardy
Osservando mio padre, 86 anni, alla fine della sua esistenza, mi sono accorto di come la relazione con il tempo cambi nel corso della vita. La sua giornata era scandita da ritmi brevi, precisi e densi. Yoga al mattino: lo praticava da quando aveva 80 anni, anche se era costretto su una sedia a rotelle e incapace di fare una camminata o di andare a prendere il suo quotidiano. «Sta rallentando sempre di più», si diceva di lui, con un tono di voce triste. Ma io avevo l’impressione che mio padre vivesse il suo tempo assorbito in dettagli che rendevano il momento propizio: osservare le nuvole in cielo, scartare lentamente un cioccolatino, guardare con una lente di ingrandimento le foto dei nipoti e riconoscere le somiglianze. Tutto questo contrastava con il ritmo frenetico della mia vita. Mi barcamenavo tra lezioni di yoga, clienti, le necessità di mio padre, le scadenze del mio editore, restando alla scrivania anche oltre mezzanotte. Ogni volta che mi trovavo in fila dal benzinaio o al supermercato, fremevo per il tempo sottratto alle attività che dovevo svolgere in quella giornata. Non conosco persona che non condivida questo stesso problema di “privazione del tempo a disposizione”: è diventato un bene di lusso, oppure un bene da consumare il più in fretta possibile. In una mail, una persona mi scrive riguardo al mio corso di formazione insegnanti della durata di 10 mesi: «Possiamo cominciarlo adesso e non in ottobre? Se riusciamo, possiamo fare durare il corso meno di 10 mesi?». Un mio amico, insegnante yoga, mi dice: «Quando non ho nulla da ottenere, sto bene. Ma quando ho degli obiettivi, il tempo mi è nemico».
Ovviamente, tutti viviamo nel tempo, con scadenze e obiettivi. La nostra è una vita di relazione, in cui in qualche maniera tutti dipendono da tutti: è l’energia stessa della vita a dettare questo ritmo. Ma nella cultura odierna, produttività e velocità hanno cambiato il peso dei valori e ci troviamo in costante conflitto con il tempo (e con il bello e con il buono). Esiste un modo per uscire da questo circolo per verso di avere sempre bisogno di più tempo, senza sapere utilizzare adeguatamente quello a disposizione? La risposta è sì! Anche senza ritirarti come un asceta dal mondo contemporaneo, puoi migliorare la consapevolezza del tempo e impiegarlo al meglio, facendo piccoli passi alla volta, assaporando e osservando i momenti della vita mentre si svolgono.
La presenza
Per sperimentare in maniera differente il rapporto con il tempo, pensa a come la pratica dello yoga e della meditazione ha cambiato il tuo rapporto con la presenza. All’inizio, trovare modo di vivere un semplice asana nel respiro o 10 minuti di meditazione sembrava come nuotare controcorrente rispetto al buonsenso comune, che richiede di muoverti sempre più velocemente. Il metodo è radicato nei principi degli Yoga Sutra di Patañjali: in particolare, alcuni precetti dello yoga (Nyama), come la lettura di se stessi, il non attaccamento, l’onestà, possono aiutarti a creare una differente prospettiva su come gestire il “nemico” tempo.
La lettura di sé
Il primo passo è svadhyaya, la lettura di sé. Questo principio richiede autenticità e ti insegna a riconoscere i tuoi ritmi naturali e quelli del mondo che ti circonda. T’insegna su cosa sia pratico e sano concentrarsi e cosa invece tu possa trascurare o delegare. Proprio come coloro che combattono con problemi di peso, ma non sono consapevoli di cosa e come mangiano, anche tu potresti non avere mai preso in considerazione i comportamenti che caratterizzano il tuo rapporto con il tempo. Un buon punto di partenza può essere fare un inventario delle cose cui dedichi il tuo tempo e confrontarle con i valori che per te sono importanti. Comincia a porti domande del tipo: come sono organizzate (a parte dormire e mangiare) le mie 24 ore? quanto mi nutrono nell’animo le attività in cui investo più tempo? do la precedenza alle esigenze degli altri e ignoro le mie? se avessi più tempo a disposizione, come lo impiegherei?
Più sarai dettagliato nel definire il timing della tua giornata e sincero nell’elaborazione delle risposte, più ti renderai conto di come costruire un ritmo che sia compatibile con te stesso, non in balìa di quanto ti circonda. I ricercatori di neurobiologia delle relazioni sociali parlano spesso di “contagio emozionale”. Significa che il cervello è ricettivo nel raccogliere e rispecchiare le emozioni degli altri, interiorizzando il buono e il cattivo umore di un ambiente in un tempo inferiore rispetto a un pensiero consapevole. Questo fa si che le emozioni (e l’isteria, e la fretta) di chi ti è attorno siano più contagiose delle tue priorità interiori: è un “contagio temporale”.
L’autenticità
Satya, la verità, è la naturale conseguenza del principio precedente. Quando saprai che cosa è reale per te e avrai il coraggio di affrontarlo, è probabile che ti muoverai nella direzione giusta per rendere vero il tuo tempo. Nel Buddhismo c’è un detto: le delusioni sono inesauribili. Se ci muoviamo saltando da una cosa all’altra, prima o poi ci sentiremo completamente svuotati, non sincronizzati con la realtà della nostra vita. Forse questa ammissione può sembrare dolorosa, ma al contrario è liberatoria e ti responsabilizza con chiarezza verso ciò di cui hai bisogno. La maggior parte di noi vive il tempo in dimensione lineare, cronologica, con tutte le scadenze e le pressioni conseguenti. Una “dieta” di questo tipo affama e svuota la parte più vitale ed essenziale della nostra vita. Rimanere a godere di quel momento dedicato a te è ciò che gli altleti e i muscisti chiamano “essere nella propria zona”. Non è importante quanto velocemente o lentamente ti muovi: solo se sei sufficientemente presente in quel momento puoi comprendere che il tempo si può fermare in eterno, se lo sai cogliere.
Il non attaccamento
Abbandonare ogni tanto il processo di un tempo lineare è possibile. Basta che tu ne provi una volta i benefici e comprendi subito il principio yogico di aparigraha, il non attaccamento. Bisogna allentare, di tanto in tanto, la morsa di acciaio degli obiettivi materiali quantificabili. Nella mia personale esperienza posso dire che, in un certo periodo dell’anno, due volte alla settimana vado a nuotare in un lago a 20 minuti da casa. Il tragitto e la nuotata mi prendono circa 2 ore di tempo. Nel viaggio, mi capita spesso di rimanere ferma a un semaforo e di pensare alla lista di lavori e di chiamate che mi aspetta. Ma una volta che sono entrata in acqua, scompare tutto. Ogni volta che giro la mia testa per respirare, qualsiasi preoccupazione scompare, sento profumi ovunque e sono trasportata in un ciclo di tempo straordinario. Questo “sacrificio di tempo lineare” porta spesso a risultati inaspettati: tutto ciò che faccio acquista un senso di fluidità, attenzione, creatività che migliora la mia produttività. Quando ti sei guardato dentro, hai fatto l’inventario di come impieghi il tuo tempo, hai compreso il tuo cammino ideale, hai praticato l’arte di lasciarti andare al tuo ritmo e hai sperimentato il tuo tempo in quel momento, sei pronto a portare “la consapevolezza del tempo” nella tua vita. Il cuore di questa pratica risiede nel fatto che ogni momento che vivi mantiene integro il potenziale di un’esperienza di trasformazione. Come psicologa e terapista yoga, ho spesso osservato che i periodi di transizione (tra un lavoro e un altro, tra la fine di una storia affettiva e l’inizio di un’altra, nei passaggi delle stagioni e anche nelle posizioni di yoga), sono momenti ricchi di possibilità, perché non sei più radicato nelle vecchie consapevolezze e abitudini e ti apri a un nuovo corso e a una nuova percezione del tempo, aperta al massimo nel momento presente. Rallentare e dare importanza a questi momenti di transizione può aumentare la tua immunità al “contagio temporale” del mondo che ti circonda. I piccoli momenti di transizione che scorrono nelle giornate (come il ritorno a casa dal lavoro) vanno percepiti come punti di confine su cui porre l’attenzione. Forse non riuscirai a compiere ogni giorno tutte queste azioni che ti suggeriamo, ma cominciare con una e praticarla con continuità ti aiuterà sicuramente e ti darà sollievo dall’ossessione del tempo lineare.
Dammi il 5
Quando sei libero dalla routine quotidiana, in un week end o in vacanza, prova a cambiare la tua percezione del tempo con queste 5 piccole pratiche.
Trovati un’attività che non abbia alcuna ambizione in termini di risultati, uno sport, un’attività artistica: lasciati assorbire completamente e perdi il senso del tempo. Quando ciò accade, il tempo diventa un partner e non un nemico.
Passa del tempo con qualcuno che ha un ritmo diverso dal tuo: un bambino, un anziano, un animale domestico. Osserva la frustrazione e l’energia che ti ci vuole per adattarti al loro passo. Guardali negli occhi mentre agiscono e parlano e cerca di trovare una connessione.
Disconnettiti dagli stimoli sensoriali più frequenti nella tua quotidianità. Via posta elettronica, telefono, relazioni sociali online. Occupati del ritmo del tuo corpo, dei suoi movimenti e del respiro.
Riconnettiti alla natura, indipendentemente dalla stagione e dal tempo atmosferico. Passeggia e osserva. La natura procede con un suo ritmo e tempo naturale e può essere un ottimo modello di riferimento anche per te.
Guarda negli occhi qualcuno che non abbia molto significato per te: il portiere, un cameriere, un vicino, un collega. Cercare di entrare in contatto con persone meno note arricchisce momenti della giornata che altrimenti trascorrerebbero invano.
+ 5 azioni quotidiane
Al risveglio Assapora la transizione tra sonno e risveglio. È il momento in cui sogni e intuizioni diventano disponibili. Apriti alla consapevolezza di quel lungo istante.
Prima del lavoro Saluta con attenzione i tuoi affetti prima di uscire e di separarti. Fagli sentire la loro importanza per te. Se sei fermo a un semaforo rosso, fai una piccola “passeggiata di consapevolezza” con la mente. Osserva un parco, un ramo, un fiore, assapora una scena che ti commuove. Anche durante il pranzo sii presente, senza cedere all’irrequietezza.
Tra un obiettivo e un altro Passare da un lavoro all’altro senza assaporare il piacere di averlo concluso, contribuisce all’illusione che nulla sia mai abbastanza. Quando hai terminato un compito, fermati, goditi il senso di compimento e allo stesso modo quello di non attaccamento al risultato. Mentre inspiri, dai il benvenuto all’energia che scorre nel corpo; mentre espiri lascia andare ciò che hai completato.
Al ritorno a casa Rimani fermo nel respiro 10/15 minuti, in una posizione yoga rivitalizzante come la Posizione del Bambino, oppure una Torsione sdraiata; è una buona maniera per prendere consapevolezza dei cambi di ritmo e prepararti per la sera.
Prima di dormire Osserva gli avvenimenti della giornata, le sfide affrontate e lasciali andare. Un mio amico, insegnante di meditazione, mi ha rivelato che, oltre a fare un inventario di eventi, emozioni, persone, se ha avuto un conflitto manda dei pensieri compassionevoli. Respira per due minuti 2:1 (espirando per due volte il tempo di ispirazione): così rilassi la mente e ti prepari al sonno.