AyurvedaBenessere psicofisico

Il sole ha l’oro in bocca

di Vaidya Swami Joythimayananda

 

niragada_imgIn sanscrito la parola niragada significa letteralmente “distruttore di tossine” (dove agada sta per tossine). Nella tradizione ayurvedica, con questo nome si indica una polvere, frutto della macinatura fine di vari tipi di erbe e spezie, tra cui Triphala, tarassaco, centella asiatica, zenzero, liquirizia, pepe, curcuma. Si consiglia di utilizzare questo prodotto, in forma di tisana, al mattino a digiuno, prima di dedicarsi allo yoga e dopo aver svolto le pratiche quotidiane di pulizia e cura della propria persona consigliate dall’Ayurveda (automassaggio, applicazione di olii per i cinque sensi, utilizzo del nettalingua e di crema sul viso). A livello fisiologico, lo scopo di Niragada Tisana è quello di favorire il distacco delle tossine dai tessuti e di stimolare il sistema metabolico: il suo utilizzo costante porta a una progressiva purificazione degli organi, aumentando la sensazione di leggerezza del nostro apparato digestivo. L’azione depurativa di questa polvere si esplica inibendo l’accumulo di tossine all’interno degli organi, permettendo dunque una maggiore elasticità e pulizia dei vari “canali”, in particolare di quelli della digestione e della circolazione, con lo scopo di combattere obesità, stitichezza e ristagno di gas intestinali.

 

Come preparare la tisana e quando assumerla

Per assumere correttamente il prodotto, aggiungere la punta di un cucchiaino di polvere Niragada in mezza tazza d’acqua e portare a ebollizione; lasciare bollire per qualche minuto, filtrare e bere la tisana calda, preferibilmente al mattino a digiuno, attendendo almeno mezz’ora prima di fare colazione. Nella stagione estiva, la tisana può essere preparata in anticipo e consumata a temperatura ambiente: posta all’interno di un contenitore di vetro, si conserva per diversi giorni senza perdere le proprietà curative. Una curiosità? Il deposito che si forma sul fondo può essere spalmato sul corpo per ridurre il grasso e tonificare i tessuti.

 

Depurarsi a primavera

niragadaLa primavera è paragonabile al mattino: è la stagione che rappresenta il transito dal freddo verso il caldo, un passaggio intermedio, caratterizzato da un clima delicato e fragile, in cui il corpo subisce dei cambiamenti. Non si risvegliano solo il corpo e la mente, ma anche l’anima, in un processo di purificazione delle scorie accumulate durante l’inverno: è il momento ideale per eliminare dal corpo l’eccesso di Kapha dosha, che si è depositato attraverso le tossine assunte da cibi di qualità pesante consumati nei mesi freddi, e che possono causare letargia, allergie, congestioni, indebolimento della digestione e della respirazione. Così come le piante sono sottoposte a processi di riproduzione, anche il nostro organismo porta all’esterno l’energia potenziale che si è accumulata in inverno.

 

Una giornata ayurvedica

La funzione dei Dosha della corporatura è suddivisa in varie fasi della giornata. Per questo è bene conoscerla per ottimizzare i tempi e modi dei suoi principi guaritori. Secondo l’Ayurveda, il tempo migliore per alzarsi è quello che va dalle 4 alle 6 del mattino, momento ideale per meditare e/o praticare yoga. Per puntare la sveglia così presto può essere utile comprendere che le ore che vanno dalle 2 alle 4 del mattino sono governate da Vata dosha, che favorisce l’elaborazione di sogni: alzandosi fra le 4 e le 6 ci sentiremo dunque ancora molto attivi. Dalle 6 fino alle 10 del mattino governa invece Kapa dosha che facilmente indurrà un po’ di pesantezza. Pita dosha subentra dalle 10 alle 14, le ore più indicate per svolgere il pasto principale della giornata, che dovrebbe consistere in una buona quantità di proteine di derivazione vegetale. Dalle 14 alle 18 torna a dominare Vata dosha: in questa fascia oraria è possibile svolgere varie attività senza consumare troppa energia. Dalle 18 in poi è il momento di rilassarsi con una seduta di yoga o di meditazione, ascoltare musica o andare al cinema o a teatro. Durante la cena è bene rimanere leggeri, nutrendosi di una minestra a base di verdure e cereali. Meglio evitare di coricarsi dalle 22 in poi – momento in cui torna a dominare Kapa dosha – o, peggio, dopo mezzanotte, tempo regolato da Pita: in queste fasce orarie infatti non si dormirà profondamente, bensì pesantemente, e la mattina ci si sveglierà necessariamente poco riposati. È invece preferibile andare a dormire prima delle 22, fascia oraria in cui si riesce a cadere immediatamente in un sonno profondo, e svegliarci al mattino veramente riposati.

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