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Svadhisthana, secondo chakra

di Gianni Da Re Lombardi

illustrazioni di Adriana Farina

 

SvadhisthanaSvadhisthana è il chakra della creatività e del sesso. Da questo chakra parte l’espansione della personalità, ma anche la necessità di un contatto creativo, quindi anche sociale, con gli altri. Un contatto creativo può andare da qualcosa legato al quotidiano come condividere il cibo, magari dopo averlo procurato o preparato insieme, fino ad avere un figlio. Da qui l’importante collegamento fra il sesso, lo sviluppo della personalità e la creatività in tutte le sue forme.

 

Collocazione nel corpo

Svadhisthana si trova molto vicino a Muladhara, con cui condivide parte della sua giurisdizione fisica e spirituale. Se Muladhara sta fra l’ano e i genitali, Svadhisthana si trova alla base del pene nell’uomo, e in corrispondenza della vagina nella donna. Alcune tradizioni situano Svadhisthana un po’ più su, fra i genitali e l’ombelico, nello spazio fra l’osso pubico e il coccige. L’area comunque è sempre quella. Per la sua vicinanza a Muladhara e agli organi sessuali, Svadhisthana è associato anche all’inconscio e alle emozioni, cioè i potentissimi motori e influenzatori della creatività e della personalità. Qui riposa, dormiente, il karma delle vite passate, sempre pronto a risvegliarsi. I suoi semi, quando germogliano, spontaneamente oppure perché stimolati, ci inducono a realizzare quello che è scritto nel nostro passato oppure a subirne le conseguenze positive o negative. Il karma può essere assimilato e comprendere il nostro inconscio, cioè la memoria non consapevole, o parzialmente consapevole, di tutto quello che abbiamo vissuto, visto, ascoltato o toccato nella nostra vita a cui si aggiungono emozioni istintive, tempeste ormonali, reazioni di sopravvivenza sepolte nel nostro codice genetico o ereditate dalle generazioni precedenti. Il concetto di inconscio è stato individuato dalla filosofia occidentale solo nel XVIII secolo e successivamente definito consapevolmente da Sigmund Freud, mentre circa 2mila anni fa veniva già illustrato da Patañjali nei suoi “Yoga Sutra”. Egli infatti ha descritto nel “Sadhana Pada” (Libro della Pratica), il ruolo del karma e dei klesha nello stato di malessere e tensione tipico della condizione umana. L’inconscio, ovvero uno dei componenti fondamentali del karma, è uno dei principali motori delle nostre azioni, che spesso sono più al di fuori del nostro controllo di quanto amiamo credere.

 

L’acqua e la vita

Svadhisthana, anche per la vicinanza con i reni e gli organi sessuali, è associato all’acqua: il suo ciclo vitale e il suo ruolo nella riproduzione e la continuazione della vita. Svadhisthana, nel percorso spirituale, è un chakra critico, perché è l’area dei desideri sessuali, che devono essere dominati e sublimati per consentire l’evoluzione: difficilmente l’evoluzione spirituale è alla portata degli adolescenti, fase della vita in cui le forze di Svadhisthana sono particolarmente attive, talvolta con grande turbolenza. Oltre che con gli organi sessuali, questo chakra è associato anche con la lingua e il gusto, fortemente coinvolti con il piacere e la sessualità, oltre che con l’alimentazione. Ulteriori organi associati con Svadhisthana sono i testicoli per gli uomini e le ovaie per le donne. Si tratta degli organi che producono gli spermatozoi e gli ovuli, rispettivamente, quindi i produttori delle vite future per tramandare il codice genetico, che può essere considerato una forma di registrazione e trasmissione del karma degli antenati. Un aspetto affascinante del DNA è che in qualsiasi essere oggi vivente, c’è stata una trasmissione continua e senza alcuna interruzione per miliardi di anni dalle prime cellule viventi fino a oggi.

 

Le mani per creare

Oltre a organi sessuali, lingua e gusto, anche le mani sono collegate a questo chakra: si tratta di parti del corpo fondamentali per creare, ma anche distruggere, e anch’esse con potenti connotazioni sessuali. Le mani sono l’avanguardia del contatto, della seduzione fisica e dell’esplorazione sessuale. Svadhisthana, inoltre, è il chakra degli artisti che in genere sublimano, o cercano di sublimare, nell’espressione artistica una forte vitalità sessuale. Si tratta degli artisti che lavorano con la materia o con il corpo, e quindi quelli più facilmente coinvolti o affascinati dalla sessualità: scultori, pittori, attori, ballerini, coreografi. Secondo la tradizione tantrica e dello Hatha Yoga, la meditazione su Svadhisthana consente di ottenere poteri soprannaturali, fra cui abilità di parola e convincimento, e il trionfo sui nemici. Questi poteri, analogamente alla sessualità, possono essere una distrazione nell’evoluzione spirituale perché l’adepto potrebbe essere indotto a utilizzarli in modo improprio. Per esempio, per arricchimento personale, narcisismo ed esibizionismo, o acquisire ascendente sulle altre persone. La tentazione di tali poteri ha indotto alcuni grandi yogi a perseguire il successo terreno. Questo può avvenire perché evoluzione spirituale, illuminazione e benessere psicofisico non sono traguardi permanenti, bensì equilibri dinamici che devono essere mantenuti nel tempo, e che imprevisti possono modificare o turbare.

 

L’equilibrio spirituale

Il grande maestro può soccombere alle continue tentazioni generate dal suo ruolo. Un esempio tipico, per gli uomini, è l’attenzione continua e in certi casi adorante delle allieve, che costituisce un pericolo costante. Allo stesso modo il praticante di yoga che mantiene la calma di fronte a tutti i piccoli incidenti della vita, può comunque perdere la testa o cedere al panico di fronte a un incidente di portata superiore al normale. È umano e lo yoga può aiutare a superare molte difficoltà della vita, ma nessuno garantisce di poterle superare tutte con l’indifferenza che sarebbe auspicabile. L’equilibrio spirituale è un equilibrio, quindi se non ha basi estremamente solide, può durare solo un istante, oppure si può perdere periodicamente.

 

Svadhisthana

  • Significato: Luogo del sé
  • Colore: Arancione
  • Localizzazione: Presso i genitali
  • Temi emotivi: Relazioni personali e sociali, sessualità, gusto, dipendenze psicofisiche
  • Simbolo: Loto a 6 petali, in cui è disegnata una falce di luna, simbolo dell’elemento acqua. Spesso vi è rappresentato un coccodrillo o il mostro marino Makara, veicolo di Varuna.
  • Bija-Mantra: Vam
  • Animale: Il coccodrillo, oppure il mostro marino Makara
  • Divinità: Vishnu, Rakini
  • Sistemi corporei: Organi sessuali, lingua, mani
  • Organo di senso: Gusto

 

Asana per Svadhisthana

Questi sono asana specifici per il II chakra. Vanno praticati concentrando la mente su Svadhisthana. Nella posizione si può anche praticare Mula Bandha (descritto nell’articolo precedente su Muladhara).

 

Parivrtta Trikonasana (Posizione del triangolo ruotato)

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Per praticarla occorre eseguire correttamente Trikonasana (Posizione del Triangolo) e avere una buona flessibilità della colonna vertebrale nelle torsioni. Si può rendere la posizione più profonda poggiando a terra la mano esterna al piede (a sinistra la mano destra e viceversa), oppure poggiare la mano interna al piede, andando verso il centro se la torsione è troppo difficile. E seguita con la mano oltre il piede, richiede grande equilibrio, forza fisica, flessibilità e controllo (come per gestire le tentazioni di eccessi sessuali o alimentari).

 

 

 

Utthita Parsvakonasana (Posizione estesa ad angolo)

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Richiede flessibilità e forza nelle gambe, nel busto e nelle spalle. Nella posizione completa, la mano poggia a terra dietro al piede corrispondente. Si può esplorare la variante con la mano davanti al piede, leggermente diversa. Il braccio sollevato è in linea con la gamba tesa e il fianco corrispondente. Si può alleggerire la posizione tenendo il braccio verticale. Ulteriore facilitazione: appoggiare il gomito sul ginocchio corrispondente, invece di appoggiare il palmo a terra.

 

Virasana (Posizione dell’Eroe)

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Questa postura è descritta nella “Hatha Yoga Pradipika” e nella “Gheranda Samhita” in modo un po’ diverso da come viene comunemente eseguita oggi, cioè semplicemente seduti sui talloni. L’esecuzione antica, invece, prevede di sedere su un piede, mentre l’altro piede viene tenuto nel mezzo loto, appoggiato sulla coscia opposta. Per essere confortevole richiede confidenza con Padmasana (Posizione del Loto), oltre a grande flessibilità di piedi, caviglie e ginocchia, ragione per cui si vede raramente nelle moderne sale pratica occidentali.

 

 

 

Ustrasana (Posizione del cammello)

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Richiede forza, coraggio e flessibilità. In ginocchio, afferra i talloni e spingi pube e basso ventre avanti e verso l’alto, inarcando la schiena. Poi, ruota la testa indietro, guarda verso l’alto. Se non riesci ad appoggiare agevolmente le mani sui talloni, esegui pratiche preparatorie, prima di tentare la posizione che può mettere a rischio le ginocchia. La preparazione va curata con attenzione e pazienza. Puoi anche eseguirla salendo, ovvero partendo da seduto sui talloni.

 

Uttanasana (Posizione delle mani ai piedi)

Parti in piedi, scendi lentamente con le braccia a terra ad afferrare, se riesci, gli alluci o mettere le dita o addirittura i palmi sotto le piante dei piedi. Stira la parte lombare della schiena, facendo spazio nell’addome e lasciandoti aiutare dalla gravità. Se non riesci a toccare i piedi, appoggia le mani sulle tibie. Ossigena e stimola il cervello, allunga tutta la catena muscolare-tendinea posteriore. Controindicazioni: glaucoma, problemi di pressione agli occhi, pressione alta. Con problemi cardiocircolatori e all’orecchio interno, alzati molto lentamente, sollevando la testa per ultima. Se gira la testa, consulta un medico.

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