Yoga Therapy

I Piedi nello Yoga

Scopri il ruolo dei piedi nello yoga : Fondamenta della postura eretta, della respirazione e della tua posizione nel mondo.

di Francesca Cassia e Roberto Milletti

Comprendere i meccanismi dei piedi nello yoga è il primo passo per stabilire una solida base nella vita. Dare un’attenzione particolare ai piedi è un punto di partenza fondamentale per costruire il nostro stare nel mondo.

Il significato Simbolico

I piedi nello Yoga

Nel simbolismo tradizionale orientale piedi sono quadrati e giacciono sulla Terra, mentre la testa è circolare e corrisponde al Cielo. La relazione fra piedi e testa è passaggio dalla molteplicità della Terra all’unicità del Cielo, percorso da compiere durante la vita per realizzare il proprio “mandato”.

I Piedi nella medicina ayurvedica, nella loro pianta, rappresentano punti riflessi di ogni organo e sistema del corpo, rendendoli un’area chiave per il benessere.

Il piede consente di avanzare e rappresenta simbolicamente l’atteggiamento verso il ruolo sociale che noi pensiamo di avere, e anche il senso di libertà in cui ci poniamo verso il mondo esterno.

Anatomia funzionale

Un quarto delle ossa del corpo è collocato nei piedi. Ogni piede ha 26 ossa, varie articolazioni, moltissimi legamenti e 20 muscoli.

La complessità del piede è legata alla funzione che svolgono, per sostenere tutto il corpo fornendo una base dinamica che permette di avere stabilità e mobilità al contempo. Se i piedi sono contratti, il loro movimento naturale risulta limitato. Questo blocca gli impulsi bio-elettrici che viaggiano attraverso i percorsi fasciali tra i piedi e gli organi. Il movimento dei piedi aiuta anche a pompare linfa e sangue al cuore.

Percorsi fasciali

Quando si parla di piedi si parla di percorsi :, si scoprono incredibili opportunità di movimento e rilassamento al contempo. Ci vengono in soccorso le conoscenze sui tessuti connettivi e delle catene mio fasciali ; la fascia e la continuità fasciale potremmo chiamarla l’organo della forma, una struttura che organizza il nostro corpo e ci fa muovere nello spazio, e incarna pienamente il concetto yoga di unità e connessione.

Infatti se agiamo su un qualunque punto della fascia, tutto il corpo risponde e si adatta all’intervento fluidamente, distribuendo forze ed energia – prana diremmo noi. È la connessione fisica di corpo e mente, con i suoi numerosi organi della propriocezione all’interno. Se il muscolo è elastico, la fibra è plastica!

Le catene miofasciali connesse ai piedi

1. Linea superficiale posteriore,

Legata alla capacità di equilibrio e alla fascia plantare, che se non congruente, crea accorciamento degli ischi crurali, lordosi lombare e ipertensione cervicale

 

2. Linea superficiale anteriore

Si estende dalle falangi dei piedi verso l’alto, crea flessione del tronco e delle anche, distensione delle ginocchia e dorsiflessione dei piedi.

2. Linea laterale

Connessa all’arco laterale del piede

4. Linea a spirale

La sua funzione è creare e mediare spirali e rotazioni del corpo e contribuisce a mantenere il bilanciamento tra tutti i piani. Connette gli archi del piede, le pelvi e determina il movimento del ginocchio nel movimento.
Circonda il corpo come una doppia elica. Collega la parte alta della schiena, ciascun lato della testa alla spalla opposta. Prosegue intorno alle costole e forma un incrocio all’altezza dell’ombelico arrivando fino all’anca laterale. Dall’anca come una “tracolla della borsa”, attraversa la coscia e la tibia anterolaterale fino all’arco mediale longitudinale. Passa sotto il piede e ritorna su per la parte posteriore ed esterna della gamba per giungere all’ischio e alla miofascia degli erettori e finire al cranio nuovamente. In accorciamento comprime il diaframma e la respirazione.

Anatomia applicata ai piedi : I Pada Bandha

Il tallone è il primo ad entrare in contatto con il suolo, ci orienta e ci dice dove siamo.

L’arco plantare è responsabile dell’elasticità e dell’adattabilità del piede. Per sostenere il peso del corpo, l’insieme delle ossa del tarso e del metatarso presenta una struttura con 2 archi, l’arco longitudinale mediale e l’arco longitudinale laterale, che formano la volta plantare e un arco trasversale.

Per questa sua particolare conformazione, la pianta non poggia completamente a terra ma presenta una superficie concava delimitata dai tre archi. Gli archi plantari hanno la funzione di trasformare le spinte verticali in spinte laterali in modo da distribuire il peso corporeo su tutta la superficie d’appoggio sia durante la posizione eretta sia durante il movimento.

La parte anteriore, i cuscinetti sotto le dita fino alla punta, è il vero punto di forza del piede. La spinta delle dita sul terreno completa l’azione dell’anca, del ginocchio e delle caviglie per sospingere il corpo in avanti. Una scarsa articolazione di questa zona impedisce di spostare fluidamente il peso del corpo dal tallone alla punta, limitando la capacità di ammortizzare gli urti, al punto tale che sovrautilizziamo muscoli dell’anca e della coscia. Se la punta del piede non spinge si compensa con le ginocchia.

Pada Bandha

Pada Bandha significa letteralmente “chiusura del piede” (pāda = piede, bandha = sigillo o chiusura).

È l’attivazione consapevole della volta plantare, un micro-movimento che crea una connessione radicata e stabile tra terra e corpo.
Praticato correttamente, Pada Bandha:

  • distribuisce il peso in modo equilibrato su tallone, base dell’alluce e base del mignolo;
  • attiva la muscolatura profonda del piede e delle gambe;
  • sostiene ginocchia, bacino e colonna;
  • apre la via energetica verso l’alto, collegando radicamento (Muladhara) e ascesa dell’energia (Prana).

Per attivare il pada bandha (vedi immagine), radica la base dell’alluce, del mignolo, collegandola alla parte anteriore del tallone. Crei così una base triangolare che spinge l’arco interno del piede verso l’alto.

In tutte le posizioni in piedi in yoga, queste forze complementari di radicamento e spinta del centro del piede verso l’alto sono attive.

Anche quando uno dei piedi non tocca il suolo, la sensazione di radicamento diviene più difficile. Un aiuto per ricreare forze opposte ci giunge dall’attivazione dell’alluce verso l’alto, per risvegliare la caviglia, la connessione con il bacino e l’arco mediale e traverso.


Autore

Roberto Milletti, co-fondatore di Odaka Yoga, è un maestro di fama internazionale che unisce yoga, arti marziali e filosofia Zen in un flusso armonioso e trasformativo. Riconosciuto da Om Yoga Magazine UK come uno dei principali innovatori dello yoga contemporaneo, diffonde il metodo Odaka in festival e scuole di tutto il mondo. Ex campione europeo di karate, integra disciplina e grazia in una pratica che libera il corpo e apre alla consapevolezza interiore.

Francesca Cassia, co-fondatrice di Odaka Yoga, è tra le insegnanti più apprezzate nel panorama internazionale dello yoga contemporaneo. La sua ricerca integra yoga, filosofia Zen e scienza del movimento, dando vita a una pratica fluida e rigenerante ispirata al moto dell’oceano. Con grazia e profondità, guida praticanti e insegnanti verso una consapevolezza che unisce corpo, mente ed emozione, promuovendo equilibrio, libertà interiore e un dialogo continuo tra stabilità e trasformazione

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