di Giampiero Comolli
illustrazione di Adriana Farina
Il Suono che Unisce Tutto
Non è solo un suono, ma la vibrazione primordiale, quella che abbraccia ogni cosa e risuona nel cuore dell’universo. È il mantra sacro che, da secoli, riecheggia nelle pratiche spirituali indiane, portando chi lo recita oltre i confini del quotidiano. Quando la pronunciamo non stiamo solo recitando un mantra, stiamo accedendo a un’antica energia che ci connette alla radice di ogni cosa.
E’ è il ponte tra noi e l’universo. Ogni volta che lo recitiamo, ci apriamo a una risonanza che va al di là del linguaggio comune, unendo il nostro respiro a quello dell’esistenza stessa.
Un Rituale di Unità
Pronunciarlo non è un gesto superficiale. È un rituale di riconnessione con l’energia universale. Questa sillaba sacra contiene in sé l’essenza di tutto: dal visibile all’invisibile, dal materiale allo spirituale. Rappresenta il “Tutto” – la totalità dell’universo, il corpo e l’anima, il passato, presente e futuro. Recitandolo, ci ricordiamo che siamo parte di qualcosa di più grande, un’unica rete di energia e coscienza.
Ogni parte della sillaba ha un significato profondo: A, U, M. Queste tre lettere rappresentano rispettivamente
- La creazione
- La conservazione
- La dissoluzione
Sono i cicli della vita che si ripetono all’infinito. Recitarle significa entrare in armonia con questi cicli, accettarli e farli propri.
Uno Strumento di Meditazione e Consapevolezza
Spesso usato come supporto alla meditazione. Nel silenzio della pratica, il suono ci avvolge, permettendo alla mente di calmarsi e al cuore di aprirsi. Non è solo una parola, ma una vibrazione profonda che scivola dal petto fino alla mente, liberandoci dalle distrazioni. La recitazione ci porta a uno stato di presenza totale, in cui ci sentiamo connessi al qui e ora, lasciando andare preoccupazioni e pensieri inutili.
Andare Oltre il Tempo
È la sintesi di ogni istante e trascende passato, presente e futuro, collegandoci a un’eternità senza tempo. Questa sillaba ci guida attraverso i quattro stati di coscienza:
- Veglia
- Sogno profondo
- Coscienza Suprema
Durante la recitazione, ogni stato si mescola, dissolvendo i limiti tra l’individuo e il cosmo. OM è, in questo senso, il canto dell’eterno. Risuona come una musica universale che abbraccia il passato e si estende verso il futuro, ricordandoci che il tempo è solo un’illusione. Ogni volta che lo recitiamo, ci avviciniamo a questa dimensione senza fine, immergendoci nella consapevolezza pura.
Unione tra Atman e Brahman
OM è il simbolo dell’unità tra l’Atman, il Sé interiore, e il Brahman, l’energia divina che pervade tutto. È un’esperienza che supera l’intelletto, una sensazione di essere uniti all’intero universo. Recitando OM, lo yogi si apre a questa verità, lasciando andare ogni distinzione tra sé e l’altro, tra interno ed esterno.
Questa unità è l’obiettivo ultimo dello yoga e della meditazione: ritrovare il nostro posto nel tutto, vivere con consapevolezza di essere parte di qualcosa di infinito. OM è la chiave per accedere a questa comprensione profonda.
Esperienza di Riconnessione
Non è qualcosa da comprendere razionalmente. È un’esperienza. Quando lo recitiamo, ci spogliamo della nostra individualità e diventiamo parte dell’intero universo. È come sciogliersi in una vibrazione che non ha inizio né fine. Ogni volta che pronunciamo OM, stiamo compiendo un atto di resa, di ritorno a casa, di riconnessione con la nostra essenza e con tutto ciò che ci circonda.
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La Grafica del Sacro
La sillaba OM viene raffigurata tramite un simbolo grafico composto da tre linee ricurve, cui si sovrappongono un semicerchio, a forma di mezzaluna, e un punto.
- Curva inferiore È la più grande e raffigura lo stato di veglia.
- Curva sulla destra È il simbolo dello stato di sogno.
- Curva superiore Evoca il sonno senza sogni.
- Il semicerchio Sottolinea il salto dai tre stati precedenti al successivo, l’ultimo.
- Il punto È il quarto stato di coscienza, quello ineffabile e infinito.