
Introduzione alla Figura del Guru
Per molti occidentali è difficile comprendere il bisogno di un maestro Spirituale come guida spirituale. La nostra cultura enfatizza l’individualismo e la figura del “self-made man”, un uomo che fa, esercita, acquisisce potere materiale e relazionale. Ma nella tradizione spirituale indiana, il Padre spirituale è considerato sacro: è colui o colei – la “gurvi” – che rivela il Brahman (l’Assoluto) e apre la strada verso la liberazione (moksa) il fine a cui ogni essere umano dovrebbe aspirare oltre questa umana esistenza.
Ne parliamo con il Prof. Giuliano Boccali “, autore tra l’altro dell’ormai classico testo ” Induismo”, il Maestro incarna una verità profonda, portando alla rivelazione personale attraverso un rapporto speciale e sacro. Questo ruolo è al centro di molte tradizioni, dallo yoga alla filosofia Vedanta.
Il Guru Come Padre Spirituale
YOGA MIND: Per chi si avvicina alla spiritualità indiana, non è immediato capire perché i discepoli si pongano, letteralmente e psicologicamente, ai piedi del guru. Possiamo considerarlo un padre spirituale?
GIULIANO BOCCALI: Sì, è come un padre spirituale, che affilia il discepolo durante la cerimonia di diksha, conferendogli un mantra personale. Questa relazione è un lignaggio che equivale a un legame di sangue e in alcuni casi è considerato ancora più importante di Dio stesso. Per la tradizione induista, Dio non può guidarti verso la liberazione; solo il guru può farlo, fornendo il metodo per il cammino verso la liberazione (moksa) in modo diretto e concreto. È anche vero che in Occidente, molti maestri spirituali hanno guadagnato una reputazione negativa per i loro atteggiamenti mondani e comportamenti discutibili.
YOGA MIND: Come riconoscere un buon guru?
GIULIANO BOCCALI: Ramana Maharshi, noto per la sua riservatezza, descrive un vero maestro come qualcuno che dimora costantemente nelle profondità del Sé, senza percepire alcuna differenza tra sé e gli altri. È un essere che vive nella stabilità e nel controllo di sé, senza orgoglio o senso di superiorità. Come spiega Ramana, il vero maestro spirituale è incrollabile e dimostra con la propria vita la verità che insegna.
La Devozione e Obbedienza al Guru: Una Guida alla Liberazione
YOGA MIND: L’obbedienza cieca è una sfida per molti occidentali. Qual è il significato di questo tipo di devozione nel rapporto con il maestro spirituale?
GIULIANO BOCCALI: L’obbedienza è funzionale: costringe il discepolo a scoprire il proprio maestro interiore. Questa devozione non è mera sottomissione, ma serve per attivare il potenziale spirituale e comprendere la realtà con maggiore profondità. Anche quando l’insegnamento del guru sembra duro o scomodo, offre un’opportunità di crescita interiore.
La Relazione con il Maestro Spirituale
YOGA MIND: Un guru è per tutta la vita?
GIULIANO BOCCALI: Nella tradizione indiana, rompere il legame è impensabile. Tuttavia, la filosofia Vedanta permette di seguire anche altri insegnamenti, sebbene si mantenga il rispetto per il proprio guru originale, come stabilito dal karma. Questo legame è considerato sacro, e cambiare guida spirituale sarebbe contrario alla visione karmica.
Devozione e Libertà: Un Confronto tra Oriente e Occidente
YOGA MIND: La visione orientale sembra in contrasto con la libertà occidentale. Come possiamo conciliare queste prospettive?
GIULIANO BOCCALI: Le tradizioni spirituali indiane invitano a riflettere su cosa significhi veramente la devozione al maestro spirituale. In Occidente, la tendenza è a saltare da un insegnamento all’altro, talvolta in un’ottica consumistica, acquisire diplomi e corsi spesso in contrasto intellettuali tra loro. Riscoprire il rispetto per un maestro e coltivare una relazione basata sulla fiducia e sulla devozione ci può riportare a una dimensione di crescita più profonda e autentica.
Il vero maestro, come un padre, non cerca di compiacere, ma offre un confronto sincero. Se si ha la fortuna di trovarlo, si trova un amore e una guida che arricchiscono la vita e il cammino spirituale.
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