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Antonio Nuzzo: I doni dello Yoga, un percorso interiore di trasformazione

Antonio Nuzzo, maestro di riferimento per lo yoga in Italia, condivide la sua visione profonda della pratica come viaggio interiore, esplorando i Sutra di Patañjali nel suo nuovo libro “I Doni dello Yog

 di Guido Gabrielli

 

foto di Georgia Nuzzo

“L’asana, stabile e profonda, è una statua che respira”: così Antonio Nuzzo definisce l’Hatha Yoga. Per lui, ogni postura rappresenta un equilibrio perfetto tra intenzione e azione, un momento di quiete in cui mente e corpo si fondono in un’unica direzione. Figura iconica dello yoga in Italia,  allievo diretto di  Andrè Van Lysbeth, Nuzzo ha intrapreso un percorso che va ben oltre la pratica fisica, esplorando lo yoga come trasformazione dell’interiorità. Dalla Protezione Civile agli incontri con maestri di fama mondiale, il suo viaggio lo ha portato a una comprensione profonda di questa disciplina. Oggi insegna tra Italia e Francia, forma insegnanti per la Federazione Mediterranea Yoga e, per la prima volta, si racconta nel suo libro “I Doni dello Yoga. Per praticare una vita piena” (Yoga Journal – Morellini Editore).

Yoga Mind: Come mai un libro solo ora, dopo tanti anni di insegnamento?

Antonio Nuzzo: Mi hanno spesso chiesto di scrivere un libro, ma sono contento di aver aspettato. In passato, avrei probabilmente scritto un manuale di pratiche, descrivendone i benefici fisici. Ora comprendo che lo yoga va oltre: è un viaggio interiore. L’attitudine interiore è più importante della performance fisica, che rappresenta solo un sostegno alla trasformazione della mente. Lo yoga, come il tiro con l’arco giapponese, non è finalizzato al raggiungimento di un bersaglio, ma alla costruzione dell’interiorità.

Hai tratto questa consapevolezza dai tuoi maestri?

Nella pratica di asana è emersa una comprensione intuitiva. Le influenze esterne e gli insegnamenti mi hanno fornito indizi, ma la vera comprensione nasce dall’interiorità. Per creare un’azione perfetta, è essenziale una visione chiara e distaccata. La perfezione fisica diventa possibile solo quando la mente è stabile e distaccata. Senza questa connessione tra intenzione e azione, lo yoga rischia di ridursi a semplice ginnastica.

Come sei giunto a questa riflessione?

È stato un percorso lungo. Ho dedicato anni a perfezionare le posture, raggiungendo gradualmente un distacco profondo che mi ha permesso di entrare nello spirito della pratica. Praticare posizioni statiche per lungo tempo favorisce un distacco naturale e una dimensione interiore che raramente si trova nello yoga dinamico. Sebbene anch’io apprezzi il Saluto al Sole, la stabilità interiore che nasce da posture mantenute per periodi prolungati è incomparabile.

Il tuo libro esplora i Sutra di Patañjali. Perché li hai scelti?

I Sutra di Patañjali sono fondamentali per comprendere l’identità dello yoga come filosofia (darshana). Sono alla base delle diverse branche dello yoga-Bhakti, Tantra, Jnana, Karma – che hanno adattato la pratica secondo le proprie sensibilità. Patañjali ha dato una struttura allo yoga, definendone gli scopi e le metodologie. I Sutra offrono risposte profonde, che ho trovato illuminanti rispetto alle mie intuizioni.

Come hai selezionato i Sutra da commentare?

Ho scelto quelli che potevano essere utili a un praticante moderno che desidera immergersi nel vero spirito dello yoga. Nel primo capitolo ho incluso i Sutra che introducono la visione e gli obiettivi della pratica. Il secondo capitolo, invece, delinea la sadhana, o strategia di vita, necessaria per perseguire questi scopi. Ho pensato a chi, sul tappetino, cerca una guida per riconnettersi con se stesso.

Il libro è stato curato insieme a Mario Raffaele Conti, giornalista e ricercatore spirituale. Com’è stata la collaborazione?

Mario ha portato entusiasmo e chiarezza espressiva. Ad ogni mia riflessione sui Sutra, lui rispondeva con metafore che rendono i concetti più accessibili, mantenendo sempre rispetto per la tradizione. Il suo contributo è stato essenziale per rendere il libro comprensibile e avvicinabile anche per chi si avvicina alla disciplina per la prima volta.

Parli spesso della “Via di Mezzo”. Come definisci il tuo percorso?

Il mio yoga è sempre stato una “Via di Mezzo”. Sono un lavoratore, marito, padre, ora nonno, e in ogni ruolo ho cercato di portare la presenza mentale che la pratica dello yoga mi ha insegnato. Lo yoga non è una semplice tecnica di rilassamento o antistress, ma un percorso spirituale che agisce e trasforma sia la mente che il corpo, come insegnano i Sutra di Patañjali.

 

 

 

 

I DONI dello yoga. Per praticare una vita piena

di Antonio Nuzzo

Yoga Journal  Editore

160 pagine

€17

 

Lo Hatha Yoga non è una pratica per il benessere, contro il mal di schiena o antistress, ma un sofisticato percorso di ricerca spirituale, la ricongiunzione tra il sé e il Sé. 

 

All’interno del libro anche:

  • I sūtra più importanti da conoscere
  • Il commento di un grande maestro conosciuto in tutto il mondo
  • Il glossario delle parole sanscrite più usate e famose
  • Gli insegnamenti nascosti della grande tradizione dello hatha yoga
  • Una sequenza finale originale per mettere in pratica la teoria

 

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