AntroposofiaBenessere psicofisico

Benessere: il cuore al ritmo giusto

di Simona Acquistapace

Illustrazione di Adriana Farina

 

cuore al ritmo giustoCi hanno abituati a considerarlo una pompa, sistemata al centro del corpo, che lavora incessantemente e meccanicamente per spingere il sangue ovunque. Ebbene, non è solo così: il cuore è l’organo ritmico per eccellenza, ma nel suo lavoro non è solo e, come nelle città, è dalla periferia che arrivano le spinte che mantengono in movimento il centro. Ecco questa visione, condivisa dal pensiero antroposofico, ayurvedico e cinese.

 

Non è una pompa

 

Uno dei primi a intuire che il cuore non è una pompa fu Rudolf Steiner, scienziato e filosofo, negli anni ’30. La medicina ufficiale però era ed è saldamente ancorata alla visione di un organo propulsivo che imprime al sangue la pressione necessaria per mandarlo in circolo. Per Steiner, invece, il sangue si muove autonomamente, e la pressione non è la causa del flusso sanguigno, ma il risultato di esso. «Ne consegue che cuore e circolazione vanno considerati come un unico processo vivente – spiega Mauro Alivia, cardiologo e medico antroposofo, che prosegue – La periferia, ovvero i capillari presenti alle estremità del corpo, gioca un ruolo altrettanto importante del cuore nel mantenere costante la circolazione del sangue nell’intero organismo». Questa semplice constatazione ha conseguenze importanti sull’approccio alla salute e in particolare sull’atteggiamento verso le malattie cardiocircolatorie. Se il cuore non è quell’organo indipendente che ci siamo sempre immaginati, possiamo avere un atteggiamento più attivo nei suoi confronti. «Dobbiamo essere consapevoli che una semplice camminata è un gesto di salute nei confronti dell’apparato cardiocircolatorio, perché contribuisce in modo determinante, attraverso la pressione sui plessi venosi presenti nei piedi, a imprimere movimento al sangue», sottolinea l’esperto.

 

Mediatore ritmico

 

Il cuore è l’organo ritmico per eccellenza dell’organismo umano e svolge una funzione di mediazione equilibratrice tra sistema metabolico e sistema neurosensoriale: tra l’esterno (alimentazione e respirazione) e l’interno (organi ed esperienze vissute). È infatti risaputo che ansie e preoccupazioni hanno conseguenze sul funzionamento del cuore, così come eventuali problemi legati all’alimentazione. Il ritmo cardiaco è l’espressione di sollecitazioni che arrivano da tutte le parti dell’organismo, sollecitazioni che il cuore media e alle quali imprime un ritmo regolare. Il cuore è anche un centro di raccolta dati: alla sua cavità interna arriva il sangue da tutti i distretti dell’organismo, con il loro carico di informazioni. È così che spesso una patologia che si manifesta al cuore ha in realtà origini da ricercare in altri organi.

 

Nelle altre culture

 

“Pensare con il cuore”: questo per Steiner dovrebbe essere l’obiettivo dell’uomo, ovvero l’armonia che deriva dal riconoscimento della verità obiettiva, intesa tanto dal pensiero che dal sentimento. Diversamente dalla medicina occidentale, che non riconosce al cuore alcuna valenza psico-emotiva, ma lo intende solo come muscolo, la visione steineriana è condivisa anche dalle principali culture orientali. La medicina cinese considera il cuore sede dello Shen, l’anima vegetativa, lo spirito. Quando è equilibrato, dà brillantezza all’individuo, e si riflette nello sguardo. Interessante è l’ideogramma che definisce il termine “psicologia”. Costituito da due elementi: xin (“cuore”) e li (“ragione”). Graficamente è “il cuore che sta in alto, dominando la ragione”. Per la medicina indiana, il cuore è sede dell’Io e corrisponde al centro energetico Chakra Anahata. È il centro dell’identità, del coraggio di essere sé stessi, dell’amore impersonale e incondizionato, del senso di comunione e unità con tutto ciò che ci circonda. È il centro dell’intero sistema dei chakra, perché collega i tre centri inferiori, fisici ed emotivi, ai tre centri superiori, mentali e spirituali.

 

Scelte cordiali

 

Alimentazione sana consumando alimenti freschi, di origine vegetale e coltivati con metodi biologici e biodinamici, gli organi digestivi portano al cuore at traverso il sangue un vero nutrimento, un rinforzo, anziché tossine o fattori di ostruzione. Attività fisica aerobica svolta con regolarità e costanza, questo tipo di movimento induce l’organismo a produrre ossido di azoto, un gas iner te che sta in circolo pochi secondi producendo una vasodilatazione che regolarizza la pressione e liberando sostanze chimiche importanti per il sistema immunitario. Educazione del sentimento la percezione del bello che ci circonda, inteso soprattutto come incontro, scambio tra persone e anche con la natura, passa attraverso il cuore e lo rinforza.

 

Cuore non fa rima con rumore

 

Un recente rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS ) sugli effetti biologici dell’inquinamento acustico dedica ampio spazio alle malattie cardiovascolari. è stata riscontrata, infatti, soprattutto negli ultimi anni, una correlazione tra il traffico e il rumore aereo, da un lato, e l’ipertensione e l’ischemia cardiaca, dall’altro. È accertato, del resto, che l’esposizione cronica al rumore determina uno stress generalizzato per l’organismo (non solo uditivo), con stimolazione del sistema nervoso autonomo e conseguente aumento di vari fattori di rischio cardiovascolare (ipertensione, iperlipidemia, iperglicemia, ipercoagulabilità). Anche l’esposizione ai ritmi ripetitivi e ossessivi della musica in discoteca altera la funzione ritmica del cuore. Al contrario, l’ascolto di una musica con crescendo di movimento e volume graduale determina reazioni cardiovascolari regolari e benefiche. Anche la risata ha un importante ruolo di regolarizzazione cardiaca: recenti studi consigliano 15 minuti al giorno di “risate di cuore”.

 

L’esame del polso in ayurveda

 

L’esame del polso è forse il principale metodo di diagnosi della medicina ayurvedica. Attraverso di esso, il medico riesce a percepire gli impulsi della fisiologia che dal cuore si propagano in tutti i distretti corporei e viceversa. Nell’uomo va sentito il polso destro, nella donna il sinistro. Per farlo, si utilizzano indice, medio e anulare della mano destra. L’indice si posiziona all’attaccatura del polso, le altre due dita a seguire. Attraverso l’indice si percepiscono le condizioni di Vata (il dosha più veloce), il cui movimento è paragonato al serpente, il medio coglie Pitta (la rana, leggera) e l’anulare Kapha (il cigno, lento e pesante). L’apprendimento dell’esame del polso richiede un maestro esperto, che ne conosca tutti i segreti. Nulla impedisce, però, una volta appresi i rudimenti, di praticarlo su di sé e sulle persone care, a scopo preventivo.

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio